10 cose che ho imparato all’Omega European Masters

  • Che Thongchai Jaidee ha vinto il Premio Nobel per la risposta più scontata della storia: “In campo –ha dichiarato il thailandese in sala stampa- la cosa più importante è trovare i fairway dal tee, poi tirare il tuo miglior ferro in green e quindi provare a imbucare per il birdie”. Applausi;
  • Che per Scott Hend la chiave per segnare buoni score sta invece solo nello sbagliare dalla parte giusta. Beh, che allora lui e Thongchai si mettano d’accordo;
  • Che in quanto a bruttezza, i grip di Fitzpatrick e Porteous fanno a gara con quello dello Spiethato Spieth. Ma che oggi come oggi, il dogma del grip perfetto è sparito dalla circolazione come un vecchio telefonino Nokia: nello swing moderno l’azione delle mani è annullata da quella del corpo e dunque, se ci si muove bene in avanti verso il bersaglio, le mani tendono a tornare all’impatto nell’esatta posizione che avevano in partenza;
  • Che la liaison dei coniugi Macron fa proselitismo: il 25 enne Tommy Fleetwood è innamoratissimo della 49enne Claire, la sua fidanzata, da cui aspetta un figlio per il prossimo 29 settembre. Morale: forse, e dico forse, ho qualche chance pure io;
  • Che Alex Noren si è sposato lo scorso week end con la madre di sua figlia e sta festeggiando la luna di miele proprio a Crans durante il torneo;
  • che i dati del turismo golfistico italiano del 2017 sono tutti con un bel più davanti: sono infatti 700mila i green fees stranieri previsti per fine anno (+15%) e 400 sono invece i milioni di euro di indotto diretto e indiretto. Effetto Ryder? Effetto terrorismo? O effetto buon lavoro di Italy Golf & More insieme alla Fig? Forse un mix di tutto questo;
  • che il budget a disposizione degli organizzatori dell’Omega European Masters è di 12,5 milioni di euro, per un montepremi di 2,7. Di questi 12,5 milioni, 5 sono offerti dallo sponsor Omega. Alla fine della settimana del torneo, saranno quasi 4 i milioni che resteranno nelle tasche dell’organizzazione, che a sua volta li reinvestirà sul percorso di Crans e, più in generale, nel movimento golfistico della zona;
  • che nella giornata di giovedì sono stati 8.500 gli spettatori paganti (prezzo del biglietto 50 franchi), 11.700 sono stati quelli della giornata di venerdì (prezzo del biglietto, 60 franchi) e 9.200 quelli di sabato (prezzo del biglietto, 70 franchi);
  • Che tutti -pure loro, i super mega pro- sul campo da golf abbiamo conosciuto moltissimi problemi, che per la maggior parte però non si sono mai verificati;
  • Che il putt è come la gratitudine e il perdono: vanno tutti esercitati. Ma a volte non basta.

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