10 cose che mi sono piaciute nel weekend

  1. La vittoria di Pavan in Germania. Ovvio, direte voi. Ma c’è un qualcosa in più in questo successo e lo dico da italiana. Dico che in certi casi lo sport è come l’arte: è capace di trasfigurare la realtà, e per questo motivo abbracciamo queste emozioni con tutto il cuore, perché ci danno la forza di vedere il mondo sotto un’altra luce. E Dio solo sa quanto in questi anni e in questi giorni di crisi economica e politica noi italiani abbiamo bisogno di provare di nuovo una speranza per il futuro e l’orgoglio per il tricolore, anche solamente attraverso lo sport. Almeno lì, una gioiah, finalmente.
  2. L’attitudine di Pavan. Viviamo in tempi narcisi e farlocchi, dentro una bolla di bellezza che non prevede imperfezioni. Epperò il golf di Andrea di ieri di imperfezioni ne ha mostrate tante, ma nonostante il rough, nonostante i tee shot qualche volta sbilenchi, nonostante la fortuna dell’avversario al play off, nonostante tutto e tutti, è arrivato il successo dell’italiano. Perché questo è il golf e questa è la vita: ciò che fai nell’intervallo tra un’imperfezione e l’altra.
  3.  I putt di Pavan. In green l’azzurro ha sempre spinto: ha sempre passato la buca di un metro circa. Sin dalla 1 dove ha marcato il birdie di apertura. Perché così fanno i campioni, quelli che sanno che sulla porta per il successo c’è scritta una sola parola: SPINGERE.
  4. I risultati della truppa italiana in Germania. Oltre al successo di Pavan c’è molto di più: c’è il 4° posto di Edo Molinari e il 13° di Filippo Bergamaschi. E ci sono tutti gli altri, quelli che quasi ogni settimana vincono sull’Alps e i dilettanti che dominano e che un giorno saranno lì, a lottare per un titolo ancora più pesante.
  5. La lezione della Germania. È una sola ed è da fare nostra: il lavoro paga, sempre. Ditelo a vostri figli e ai vostri nipoti: non esistono scorciatoie, non esistono botte di fortuna che reggano nel tempo. Possono essere una fiammata di un’estate, ma alla lunga il lavoro, la serietà, la determinazione, la professionalità, l’onestà pagano. Sempre. Per cui, testa bassa, occhi sull’obiettivo e lavorare. Punto.
  6. Il nuovo World Golf Ranking. C’è Chiccuzzo  in 6a posizione, Pavanello che marca il suo ingresso nei top 100, all’83° posto, e Migliozzi al 99°. Tre azzurri nei primi 100: non so se è un record, probabilmente sì.
  7. L’errore di Wallace sul teeshot della 18. Ha aperto la strada a Pavan, levando di fatto un pretendente alla vittoria dalla lista dei favoriti. Ma è anche un errore che mi ha insegnato una cosa: che l’ego è sempre il peggior nemico di una grande prestazione.
  8. Lo sport in genere. In un’era dominata dall’internet capace di creare una copia digitale ma più bella della quotidianità in cui siamo immersi, lo sport ha questo di unico: mostra la verità. Mostra al pubblico chi davvero sei una volta gettata la maschera instagrammata.
  9. Nove buche sabato sera a Tolcinasco in solitudine, a godermi un raggio di sole in faccia, il verde scintillante del campo e il profumo dell’erba. Una perfetta scappatoia dal confuso deserto di ideali, in cui viviamo e in cui bande armate di cinismo distribuiscono disincanto.
  10. L’intervista a Johnny Miller che ho letto da poco, in cui dice che i migliori telecronisti sono quelli che da giocatori erano i più nervosi. Evidentemente ho speranza, anche se ancora vedo palle in acqua che invece (di culo) restano buone.

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