La 17 di Sawgrass: quando essere tosti è l’unica opzione possibile

Tutto sommato, cinquantaquattro palle affondate in acqua alla 17 non sarebbe un trend poi così negativo. Non lo sarebbe se si trattasse di una garetta di swingatori neurolabili come i sottoscritti, ovviamente. E invece, no. E invece stiamo parlando di un torneo del Pga Tour, del The Players Championship, del quinto major stagionale, dell’appuntamento supercalifragilistico al quale erano iscritti tutti i top 50 della classifica mondiale.

Insomma, mica pizzi e fichi.

E allora non posso fare a meno di chiedermi perché: perché una buca circondata dall’acqua il cui green è un’isoletta a sole 137 yard di distanza, rappresenta, per tutti gli esseri umani in terra dotati di uno swing, l’incubo golfistico per eccellenza?

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Perché un colpo col 52°/wedge per i pro (o uno col ferro 9/8/7 per noi) diventa all’improvviso una scelta più arrovellata della formazione di un governo italiano?

Perché 124 metri di volo sono in grado di resuscitare le mille morti di cui moriamo ogni giorno? Perché ci fanno stare in punta di cuore a ogni refolo di vento?

Perché?

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Perché è una sfida a cui non si può sfuggire. Non puoi decidere di affrontare l’isola della 17 restando nell’ombra: non puoi nasconderti, non hai via di fuga. Sei prigioniero del gioco. E quel gioco è lì pronto a mettere a nudo di fronte al pubblico i tuoi nervi e le tue fragilità: di fronte a un’opzione unica (il green), c’è chi tiene botta, chi resiste, chi cede, chi attacca, chi crolla.

Perché non hai appoggi: a differenza di ciò che accade nella vita di tutti i giorni, qui non puoi fuggire. Chiamatela mancanza di escapismo: se nella quotidianità te lo puoi permettere, alla 17 non puoi tergiversare, zigzagare tra dovere e piacere, prenderti una vacanza da te stesso, giocare di sponda, inforcare scorciatoie, scegliere strade alternative.

Perché alla fine, alla 17 dello Stadium Course, il Gps dell’anima ti indica una sola, unica via: quella del green. Prendere o affogare.

E allora, l’unica cosa che puoi fare è osservare l’orizzonte davanti a te e buttartici con tutto il cuore. Perché nella vita, chi è forte questo fa: quando la porta sta per chiudersi, quello tosto si butta con tutto se stesso nell’ultimo spiraglio di luce rimasto. E lì, alla 17 di Sawgrass, l’ultimo spiraglio di luce è l’unica zona asciutta dove atterrare: un lembo di terra lungo 26 yard, che la tua ansia trasforma nelle fattezze e nelle dimensioni di un francobollo raro.

Bisogna essere tosti all’isola, ma, si sa, il dover essere è sempre più complicato del semplice essere.

 

 

 

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