Attività giovanile, croce e delizia

Le prime cifre circa il tesseramento 2018 ci raccontano che sono solo 5.477 gli juniores iscritti alla Federazione Italiana Golf. Per dire: a dicembre 2017 gli stessi raggiungevano quota 8.564.

Considerando un normale e consolidato ritardo fisiologico nel pagamento delle quote (e di conseguenza delle tessere FIG) e mettendo a bilancio anche lo slittamento a luglio/agosto delle pratiche per le iscrizioni ai club stagionali, possiamo comunque sperare in una tardiva crescita dei numeri riguardanti i giovani golfisti. Ovviamente possiamo farlo, sì, ma senza sfociare in contemporanea in un ottuso ottimismo. Perché, a dirla tutta, a osservare le vicende legate all’andamento dell’attività giovanile in corso, il quadro che se ne trae ha i toni scuri del dipinto di Goya sul “Dio Saturno che mangia i figli”.

Per dire: le gare giovanili, una volta il tempio dei week end dei ragazzi, sono praticamente abbandonate.

Un esempio? Il Città d’Asti, un appuntamento fino a qualche fa irrinunciabile per i nostri junior, quest’anno, nel week end di Pasqua, è stato giocato solo da una quarantina di golfisti, quando invece nelle passate stagioni le iscrizioni superavano abbondantemente le duecento unità.

E ancora: a metà aprile, persino una gara di Coppa Italia come lo storico Leone di San Marco del Golf Venezia, un torneo valido sia per la classifica nazionale, sia per il world amateur ranking, ha subito una contrazione importante nel suo numero dei partecipanti.

Solo 37 (più 4 wild card) erano infatti i giocatori iscritti, su un numero massimo ipotizzato di 102: come se non bastasse, le 4 wild cart entrate in tabellone avevano tutte un handicap di gioco superiore a quello ammesso per regolamento (6,4).

A questi numeri scarni, si aggiungono quelli poco brillanti relativi alle donne presenti all’appuntamento di Venezia: 29 in totale le giocatrici, su un massimo di 42 pronosticate.

Morale: nell’Italia golfistica, i ragazzi appassionati non aumentano, e pure quelli appassionati giocano comunque meno rispetto al passato.

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Chi ha la pazienza di seguirmi da queste pagine sa che non ho mai creduto nella politica verticistica adottata ultimamente nell’attività giovanile dal settore tecnico: credo che in Italia non esista un bacino sufficiente che non solo la giustifichi, ma che neppure la supporti.

Voglio dire: i numeri a disposizione sono troppo piccoli per decidere di puntare solo su pochissimi eletti (i cosiddetti baby fenomeni) e per rinunciare a tutti gli altri. E oggi i risultati di questa politica sono davanti agli occhi: se si continua a spostare l’asticella troppo verso l’altro, spingendo maniacalmente sui ranking, sulle gare chiuse, sulla media score, e azzerando parallelamente i contributi ai brevetti, i giovani (pochissimi) di talento magari continuano, quelli mediocri però smettono. Ora, mi chiedo e vi chiedo: ce lo possiamo permettere?

(da Golf & Turismo, maggio 2018)

 

 

Comments

6 Comments
  1. posted by
    Giotrial
    Jun 5, 2018 Reply

    Purtroppo come in molte altre attività aziendali, ci vuole un maneger capace e magari anche giovane che abbia carta bianca per far aumentare i soci giovani ed meno giovani.
    Aimè vedo tanti soloni ai vertici della federazione ormai anziani come me ed anche di più che sono distanti anni luce dal golf dilettantistico chiusi nel loro mondo …… e questi sono i risultati.

  2. posted by
    Davide Stipcovich
    Jun 5, 2018 Reply

    Cara Isabella, i numeri sono numeri e non si può fare altro che prendere atto della situazione catastrofica che rappresenta il golf in Italia soprattutto a livello giovanile.
    Te lo dice il papà di un Under 12 che ha appena vinto 2 gare federali giovanili, Porta di Diana a Padova e Leoncino D’Oro a Venezia ( erano in tutto in 5) di cui sono molto orgoglioso e soddisfatto non tanto per il risultato ma per mio figlio che con enorme sacrificio pratica questo Sport oltre allo Sci sempre a livello agonistico con ottimi risultati.
    Ti dico solo che per seguire mio figlio e per portarlo in giro a fare allenamenti, gare, raduni giovanili ho praticamente dovuto smettere di giocare e non vedo più nessuno dei miei amici, non vado più in vacanza perché le ferie le utilizzo per seguire mio figlio, diciamo che ho rinunciato a tutto per il bene di mio figlio. La gente mi dice come faccio e non so cosa rispondere, sicuramente non è vita e non si può continuare a lungo così, mio figlio il prossimo anno che avrà 12 anni dovrà scegliere se continuare a fare Golf oppure Sci ed in ogni caso sarà una scelta difficile e dolorosa ma inevitabile, è impensabile continuare così.
    Sicuramente quello che sto cercando di fare io, per una famiglia normale come la mia, che vuole avvicinarsi a questo sport è impossibile, non ha nessun senso.
    Infine finché in Italia non si fanno campi pubblici open e non si tolgono i cartelli Accesso Riservato ai Soci non entrerà mai nessuno neo golf club

  3. posted by
    Giorgia Vegli
    Jun 5, 2018 Reply

    Commento anche io con il dispiacere di chi vorrebbe e ci prova portare questo sport nelle scuole. C’era stato un passo avanti qualche anno fa con il progetto Kinder ma è durato un anno e poi via!…. Questa settimana porto in un circolo piccolo ma molto attivo una prima a Liceo Sportivo per provare a creare una squadra giovanile che almeno allenandosi in gruppo potrebbe consentire alle famiglie di abbassare i costi. Penso che bisognerebbe proprio inventare un campionato a squadre (per ogni circolo) in modo da muoversi con un pulmino e svincolare i genitori dall’accompagnamento anche lontano dei propri figli per più giorni. A disposizione. Giorgia

  4. posted by
    Massimo
    Jun 5, 2018 Reply

    La politica giovanile la fanno i circoli che devono pubblicizzare le gare per i giovani. Specialmente per gli under 12 la programmazione e poco nota e molto variabile. Infine e sopratutto via , fuori i genitori dalle gare. Proibite i caddie. Nell ultima gara i miei timpani di caddie e quelli di mia figlia sono stati massacrati da urla sceneggiate parolacce di oadre ansioso e figlia isterica

  5. posted by
    Edoardo
    Jun 6, 2018 Reply

    Brava isabella hai centrato il problema, con questo meccanismo verticistico chi non è forte abbandona e non va alle gare nazionali solo per arrivare a metà classifica e poi le gare givanili solo fino a 16 anni in uno sport dove si può maturare fino a 40 e più! Parliamone

  6. posted by
    Tony
    Jun 10, 2018 Reply

    Ora i miei figli sono grandicelli, ma solo qualche anno fa giocavano tutte le gare del calendario giovanile ( siamo di Torino ) della nostra zona. Spesso anche fuori regione. Sto parlando di qualche anno fa , ma era la stessa cosa!! Incentivare i giovani, anche da parte dei circoli ( a parte i più blasonati ), non è remunerativo per nessuno. Ed è proprio lì che si sbaglia!! Come commentava qualcun altro, questo è frutto di politiche di manager anziani, fuori dalla realtà attuale, e permettetemi, anche incapaci. Cambiamo i vertici della federazione e mettiamo giovani manager con nuove idee più attuali, se non altro.

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