Bryson DeChambeau e Justin Rose: quando i no aiutano a vincere

Justin Rose e Bryson DeChambeau: oggi rispettivamente numero 1 e numero 5 del mondo, entrambi vincitori lo scorso weekend (l’inglese a Torrey Pines, lo statunitense a Dubai), sono arrivati in cima al golf mondiale iniziando la propria carriera sui Tour come protagonisti di film che parevano ai titoli di coda già all’alzata del sipario.

Justin: ventuno tagli mancati nei primi ventuno tornei giocati da pro; Bryson: ventitré tagli mancati (di cui sette di fila) nei primi cinquantatré tornei da pro disputati.

IMG_2016

Entrambi erano, seppur giovanissimi, alla cosiddetta frutta ancora prima di poter addentare l’antipasto nel mondo del golf. Eppure entrambi hanno resistito a tutto il dolore e a tutta la frustrazione e oggi sono in cima alla classifica mondiale del golf.

Ovvio che a questo punto la domanda che sorge spontanea è come diamine Justin e Bryson possano avercela fatta, nonostante tutto.

“Grazie alla resilienza”, sostiene Davide Mamo, mental coach che lavora con numerosi pro e amateur di alto livello.

“La resilienza continua Mamo- è quella capacità che ti permette di continuare sulla tua strada nonostante gli insuccessi, ma, anzi, imparando da essi e senza mai demoralizzarti, diventando a ogni fallimento ancora più focalizzato sui tuoi obiettivi. Certamente è una qualità che questi due giocatori hanno fortemente innata, ma al contempo non vi è dubbio che entrambi ci abbiano lavorato sopra: lo si denota dalla metodicità che ripongono in ogni aspetto del proprio gioco. La metodicità, infatti, serve a minimizzare lo scarto rispetto a ciò che si desidera raggiugere”.

IMG_2017

Resilienza, lavoro duro e metodicità, dunque, sarebbero le chiavi dietro la scalata di Rose e DeChambeau ai vertici del golf. Ma forse c’è ancora qualcosa di più. E quel qualcosa si nasconde a livello culturale: entrambi questi campioni provengono infatti da una società –quella anglosassone- nella quale la filosofia dominante è quella dell’apprendere dai propri insuccessi. Una società in cui il fallimento non è, come da noi, un punto di non ritorno, ma semmai un ennesimo, eterno punto di partenza.

Ma non solo: chi sa resistere a tanta frustrazione e, al contempo, riesce a non abbattersi, generalmente (lo sostengono fior di manuali di psicologia NdR) ha ricevuto dalla famiglia un’educazione abbastanza rigida, ricca di “no”.

Un’educazione di questo tipo insegna a crescere e a sopportare l’esistenza quando le cose non vanno esattamente come si vorrebbe che andassero.

“Ma c’è di più: un’educazione di questo tipo –spiega la psicoterapeuta Maria Heilbron- ti abitua a perdere sin da subito, ma ti insegna anche che perdere non è l’arrivo, ma l’inizio di qualcosa”.

Di qualcosa di grande, verrebbe da pensare a guardare dove sono arrivati Justin Rose e Bryson DeChambeau, due campioni capaci prima di tutto di vincere la più grande battaglia che ognuno di noi si trova ad affrontare nella propria vita: quella per capire chi siamo e cosa vogliamo.

Comments

3 Comments
  1. posted by
    Stefano ORLANDO
    Jan 28, 2019 Reply

    I concetti dell’articolo sono giusti… Personalmente però in tutti i settori preferisco coloro che sono grandi in virtù principalmente di doti naturali con le quali si nasce (il talento assoluto:Mozart) … Nel caso del golf Tiger… Grandi con poca fatica!!!!

    • posted by
      Isabella Calogero
      Jan 29, 2019 Reply

      sul “poca fatica” non ne sarei così sicura…..

  2. posted by
    carlo
    Feb 6, 2019 Reply

    Si, grandi con poca fatica! Magari come Cristiano Ronaldo, che si allena anche nei giorni di pausa.. o come Michael Jordan, che aveva fondato il “breakfast club”.
    Con Scottie Pippen e Dereck Harper, la mattina, nella palestra privata di Jordan, si allenavano, prima di fare colazione. E dopo? Andavano all’allenamento dei Chicago Bulls! E sono sicuro che Tiger si sia fatto anche lui un mazzo così. No gain without pain…
    Ma forse sia MJ che CR7 devono allenarsi tanto perchè difettano di talento…

Leave A Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *