Filippo Bergamaschi, sul Tour coi consigli della moglie

A volte i sogni sono così ingombranti che non ci stanno tutti quanti in un cassetto. E a volte sono così pesanti che è meglio caricarseli sulle spalle in due, magari dentro una sacca da golf da trasportare un po’ per uno.

Filippo Bergamaschi e Alessandra Averna, un anno di matrimonio da festeggiare la settimana prossima a Mauritius nel primo torneo di lui dell’European Tour 2019, hanno fatto proprio così: sulla forza di un eroico slancio di speranza, si sono iscritti al secondo stage della Qualifying School del circuito europeo. E lo hanno passato, insieme, lui a swingare e lei, performance coach di grido, a portare la sacca in campo.

Quindi si sono spostati al terzo e ultimo atto della prequalifica, portando in giro quel sogno dell’European Tour con le loro braccia giovani e incoscienti, ché per sollevare il peso di un sogno ci vuole la forza di spirito di un bambino. Meglio ancora se due. E, con cinque birdie nelle ultime 8 buche delle 108 in programma in quel girone dantesco che è l’atto conclusivo della Qualifying School, sono andati a prendersi quello per cui erano partiti: la carta del circuito maggiore.

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“Avere Alessandra con me è stato fondamentale – racconta Filippo al telefono – perché è sempre riuscita a farmi restare paziente, anche quando la pazienza poteva iniziare a sembrare inutile, visto che i putt tra il quinto e il sesto giro non ne volevano sapere di entrare”.

E come ha fatto? “A volte bastava uno sguardo. A volte non c’era bisogno di molte parole. Altre volte mi ha fatto veri e propri cazziatoni”.

Giura… “Eh sì, alla fine delle quinte 18 buche ero abbastanza giù. Avevo giocato bene, ma ho avuto qualche attimo di sfiga e nessun putt che era calato e mi sentivo davvero sfinito, mi dicevo le cose sbagliate e stavo entrando in un loop di pensieri negativi. Ed è lì, alla fine del giro, che è partito il cazziatone, quando mi ha ricordato che avevo ancora 18 buche davanti a me e che dovevo avere tutta la pazienza del mondo, perché la Qualifying School non è un torneo normale. È una settimana infinita, in cui tutti prima o poi vanno in crisi, ma è in quei momenti che non devi permetterti il lusso di non tenere a mente l’obiettivo”.

Che poi tra marito e moglie il cazziatone sarà pure peggio del solito… “Diciamo che essere un professionista di golf marito di una performance coach è un aggravante, diciamo”.

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Ok, ti sei detto che dovevi restare paziente, ma come si fa a esserlo in momenti così complicati e di pressione? “In qualche modo bisogna essere in grado di abbandonarsi al flusso delle cose, senza per questo smettere di essere mentalmente pronto a farle capitare queste benedette cose”.

Che tradotto significa? “Che va bene provare a fare birdie, ma io ci stavo provando troppo. E alla fine questo atteggiamento diventa controproducente. Bisogna invece essere paziente, appunto, e abbandonarsi al destino e accettarlo”.

Pare facile… “No, non lo è, ci sono anni di duro lavoro dietro. In fondo però uno lavora tanto proprio per arrivare a quel momento e a quel traguardo. Ma la parte veramente difficile arriva ora.”.

Ovviamente. E dunque ovviamente Alessandra sarà con te la prossima settimana nel tuo debutto sull’European Tour a Mauritius: “Certo. Non mi porterà la sacca, ma sarà a bordo campo, tanto capisco dallo sguardo che cosa mi vuole dire. E poi sarà anche un modo di festeggiare un anno di matrimonio. Che poi, a causa dei miei tornei, non abbiamo neppure fatto il viaggio di nozze”.

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Che cosa sarà veramente difficile adesso? “Beh, innanzi tutto devo ambientarmi. Sarà tutto nuovo. Poi, i campi: mi confronterò con giocatori che già li conoscono perché li hanno già affrontati, mentre per me sarà un cominciare da zero. Però dalla mia ho l’entusiasmo del novellino”.

E gli obiettivi? “Mah… a dire il vero non ho ancora avuto il tempo per pensarci. Tenere la carta a fine stagione sarebbe già un successo. Però, no, aspetta: non devo pensare così in là nel tempo, che sennò poi Ale mi fa il cazziatone”.

E niente. Chiudo la conversazione telefonica con Filippo e penso alle parole di Alessandra di qualche ora prima, “Non conosci Filippo? Sul serio? Guarda, non potrai non amarlo”, e con l’Iphone ancora nella mano sinistra e il taccuino nella destra, penso: diamine, Ale, hai sempre ragione: per caso hai una ventina di sedute libere da dedicare a me?

 

 

 

 

 

 

 

Comments

2 Comments
  1. posted by
    Doris
    Nov 22, 2018 Reply

    Molto bello e vero in tutto. La pazienza paga sempre e i cazziatoni anche.
    Auguri ragazzi, buona fortuna e buona vita per sempre.

  2. posted by
    M.Pia
    Nov 22, 2018 Reply

    Filippo , ti ho conosciuto da piccolo , sei sempre stato un grande ……Una conferma ! Bravo !!!!

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