Francesco Molinari, l’italiano che ci dà l’esempio

Ok. Cosa volete che vi dica?

Che Francesco Molinari ha vinto sul Pga Tour? Che è il primo italiano a riuscire nell’impresa? Che ha frantumato il record dei colpi di distacco dal secondo? Che è diventato il numero 14 del mondo? Che Tiger ha detto che quello che Chiccuzzo ha combinato è qualcosa di straordinario?

Ecco, non ve lo ripeterò io: voi sapete già tutto.

Da ieri notte conoscete a memoria i numeri, le statistiche, le dichiarazioni, le buche di Potomac dove ha segnato eagle e birdie a raffica.

Da ieri notte sapete benissimo che Francesco ha scritto la storia del golf, e che lo ha fatto un’altra volta, mi verrebbe da aggiungere.

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In questo quadro di esultanza tricolore, un aspetto, però, secondo me, non è stato abbastanza sottolineato.

Si è parlato a lungo del suo swing coach Denis Pugh, del suo nuovo putting guru Phillip Kenyon, del suo mental coach Dave Allred. Si è discusso tante volte del team straordinario di cui si è circondato, composto da professionisti accurati e di livello.

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Benissimo, tutto giusto e perfetto. Ma, a dirla tutta, a me pare che il grande maestro di Chicco sia la vita stessa che ha vissuto.

Ecco: se avete dei figli, poco importa che siano golfisti o meno, raccontate loro la storia di Francesco Molinari.

Raccontate loro la storia di un ragazzo che si è fatto campione, ma che per riuscirci, prima ha studiato, e poi ha fatto le valige con coraggio e determinazione, partendo senza certezza alcuna alla ricerca di qualcosa di differente dall’Italia.

Raccontate loro questa storia. Perché i vostri figli non debbano avere paura della fatica, ma anzi, perché imparino ad abbracciarla e rispettarla.

Raccontate loro questa storia. Perché i vostri figli imparino che tutte le grandi storie nascono dalla polvere e dal sudore.

Raccontate loro questa storia. Perché i vostri figli non abbiano timore del diverso, di quel diverso che ci destabilizza, che ci costringe a uscire dalle nostre comodità e dalle sicurezze acquisite. Di quel diverso che ci obbliga ad abbandonare i pensieri prefabbricati e le immagini rassicuranti che abbiamo stampate nella mente.

Raccontate loro questa storia. Perché i vostri figli imparino che il mondo è là fuori che li aspetta, ma che sta a loro andare a conquistarlo. E che se davvero lo desiderano fare, devono essere in grado di mettere in piedi un bello spettacolo con ciò che di meglio possono trarre da loro stessi.

Raccontate questa storia. Perché i vostri figli siano stimolati a non essere la bella copia di ciò che gli altri si aspettano da loro.

Raccontate questa storia. Perché i vostri figli si sentano spronati a ricercare il meglio in loro stessi, e non a sforzarsi di essere ciò che non sono.

Infine: raccontate questa storia. Perché, di questi tempi, di italiani che ci diano l’esempio di come si guarda agli  obiettivi e di come poi si centrino senza proclami inutili, ne abbiamo davvero bisogno tutti.

 

 

Comments

1 Comment
  1. posted by
    Carlo de Rysky
    Jul 3, 2018 Reply

    Anche questa la passo a Clara

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