I futuro del golf? Passa dai quarantenni

Recentemente, ho seguito da vicino le vicende di due circoli a me particolarmente cari che si sono prodigati per settimane nell’annosa attività di promozione del golf presso le scuole elementari presenti nelle zone a loro più vicine.

Lo scopo di entrambi i sodalizi, ovviamente, era calamitare i più giovani sul green al fine di rinverdire sia l’età media dei soci, sia le voci “Entrata” nei bilanci attapirati di fine anno. Ma non solo: si pensava infatti che, attirando i figli al campo pratica, alla fine anche i genitori sarebbero stati marchiati a fuoco dalla sacra passione per Saint Andrews.

Inutile dire che sono stati giorni fitti d’incontri, di mail, di chiacchiere, di chilometri, di organizzazioni, d’idee, di triangolazioni e di appuntamenti.

Il risultato di cotanto sforzo si è toccato con mano quando, sommando le attività di entrambi i circoli, una quarantina di bambini, accompagnati dalle mamme e dai papà, ha varcato i cancelli dei due golf club per cimentarsi finalmente con bastoni e palline.

In totale, tre pargoli hanno deciso che proveranno a continuare.

Tre: meglio che niente, per carità, ma un po’ pochi, se si considerano le ore perse in elucubrazioni e i chilometri divorati per mettere in piedi l’evento.

Ora: da parecchi anni nell’Italietta golfistica si discute della necessità di far conoscere driver e putter all’interno delle scuole. Da parecchi anni, inoltre, si sono fatti numerosi tentativi in questa direzione. L’idea in sé e per sé non sarebbe assolutamente da scartare (giammai!), se non fosse che i risultati fin qui ottenuti non fossero gocce nell’oceano arido dei tesseramenti. Eppure, mai come ora, il golf italiano avrebbe assoluto bisogno di giovani leve.

Per questo motivo, mi chiedo e vi chiedo se non sia il caso di rovesciare il problema.

Voglio dire: invece di sforzarsi di attirare i figli, perché il golf italiano non fa un passo in avanti verso la categoria dei genitori? Perché non pone sufficiente attenzione nei confronti di quei tantissimi trenta-quarantenni che ancora non giocano a golf? O, meglio ancora, perché non si cerca di recuperare quei giovani che avevano iniziato a swingare anni addietro e che ora, per un milione di motivi, hanno abbandonato la pratica?

Personalmente, sono sempre più dell’idea che il vero “effetto wow” del nostro golf debba arrivare proprio da questa fascia di età, che oggi purtroppo rappresenta molto meno del 20% dei nostri tesserati totali.

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Avere nei circoli un maggior numero di quarantenni garantirebbe un sicuro e importante ricambio generazionale, nonché la presenza ai club di un nutrito clan di bambini, trasportati sul green da genitori appassionati.

Pacchetti associativi studiati ad hoc, servizi di babysitteraggio, corsi estivi di lingue per i più piccoli, spa interne ai club, e chi più ne ha, più ne metta, sarebbero offerte irrinunciabili per il moderno quarantenne che tiene moglie e figli e che non ha tempo sufficiente per trascorrere oltre sei ore in campo. Eh sì, perché diciamocelo: è anche e soprattutto la dilatazione temporale del golf moderno il problema con la P maiuscola quando ci si raffronta coi giovani padri multitasking delle famiglie di oggi. Ma in questo senso, niente di nuovo si intravede all’orizzonte. Anzi.

(da Golf & Turismo, giugno 2018)

 

Comments

2 Comments
  1. posted by
    Simone Nozzoli
    Jun 20, 2018 Reply

    Completamente d’accordo, il golf deve tenersi cari i senior, che diventano tali già a 50 anni. Io proporrei anche gare a 9 buche per handicap fino a 30, a 12 buche per handicap fino a 25 e a 15 buche per handicap fino a 18,5. Gioca 18 buche solo chi è sotto i 18,5. A proposito di giovani: il titolo italiano cadetti (under 16) si assegna dopo 5 giorni di gare a 30 gradi, 36 buche medal di qualifica, 4 turni di match play a 18 buche e finale a 36 buche? Ci meravigliamo se i giovani non giocano a golf?

  2. posted by
    bruno tunioli
    Jun 20, 2018 Reply

    idea molto saggia, quella proposta ma teniamo conto dei veicoli di informazione da usare per poter dialogare con i probabili utilizzatori. nel nostro paese ci sono almeno 10/12 testate giornalistiche che scrivono costantemente ogni giorno di calcio anche quando non ci sono argomenti interessanti…. se li inventano.
    quindi se non riusciamo a fare breccia nel mondo dell’informazione al pari del calcio, credo che sarà una battaglia persa anche con i quarantenni.

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