Gli italiani tengono, ma Francesco è out

La lezione da trarre dalla seconda giornata dell’Open d’Italia? Che bisogna guardarsi da ciò che fanno tutti: il mondo è andato avanti perché c’è sempre stato qualcuno che ha fatto le cose in modo diverso. E dunque, nonostante si stia giocando su un percorso come quello dell’Olgiata dove tutti i campioni picchiano il driver a bomba dal tee, Andrea Pavan ha scelto invece una strategia diversa: più legni 3, meno potenza, ma più precisione: “Non si può scherzare su un tracciato come questo –ha spiegato il romano- bisogna restare calmi dal tee, altrimenti son dolori”.

Meno 6 il suo totale, meno 4 lo score di giornata, per questo ragazzo che sta giocando sotto una doppia lente di ingrandimento: quella del pubblico, che su questi fairway lo ha visto crescere, e quella del capitano europeo di Ryder Cup, che in silenzio lo sta monitorando da qualche settimana per l’edizione americana del 2020 della coppa.

Ha fatto le cose in modo diverso anche Guido Migliozzi, che giovedì sera, deluso dalla sua prestazione di apertura, invece di ricaricare le batterie in hotel, ha scelto di chiudere letteralmente il campo pratica dell’Olgiata dopo aver sfogato la frustrazione in oltre duecento driver tirati a fionda. “Troppi errori a destra dal tee mi avevano condizionato nel primo giro –ha raccontato il vicentino- ma questo allenamento extra ha dato i suoi frutti”.

Meno 4 il totale di Guido, grazie soprattutto al meno 5 di ieri, dove sostiene di aver giocato alcuni colpi eccezionali: “Il mio swing aveva bisogno di più connessione tra braccia e corpo e l’ho trovata”.

Certamente i leader dell’Open d’Italia sono più avanti in classifica, ma, come sostiene Pavan, “c’è spazio e tempo per andare a piazzare uno score in 64 colpi: si può fare, e allora si può anche pensare di andarsi a prendere questo torneo”.

Andrea Pavan

Gli fa eco Guido Migliozzi, che, oltre allo swing, ha questo di straordinario: che pur vivendo in un mondo che tende all’uniformità, non trova nessuno capace di renderlo diverso da quello che realmente è : “Non ho paura di niente –precisa- voglio solo vincere, ma prima fatemi mangiare un piatto di pasta”.

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