Golf, manca poco

Ogni giorno di quarantena che passa, quella buca in green che pareva minuscola ai golfisti neurolabili del fine settimana appare invece sempre più grande. E soprattutto sempre più vicina.

Matthias Schwab

Si fanno infatti insistenti le voci di un possibile rientro in campo per gli swingatori italiani: mentre nella vicina Austria i campi da golf hanno già riaperto da qualche giorno (e infatti il giocatore di casa, Matthias Schwab, ha già prontamente documentato via Instagram i suoi allenamenti in green), da noi circolano insistentemente due date buone per la ripartenza verde.

Si tratterebbe infatti di sopportare ancora pochi weekend di astinenza: fonti accreditate suggeriscono infatti che si potrebbe tornare in campo intorno alla metà di maggio (la voce più seria finora), o già al fatidico lunedì 4, data che si starebbe facendo sempre più consistente se i dati sanitari dello Stivale continuassero nel recente trend di miglioramento.

Nel mentre, la Fig, che sta lavorando fianco a fianco con il Ministero della Salute e quello dello Sport, ha appena pubblicato un protocollo per la riapertura dei circoli: mascherina, distanziamento in campo tra i giocatori, divieto di toccare aste, score, rastrelli, palline altrui. E poi: disinfettante in sacca, pochissima vita di club house, niente assembramenti di persone, prenotazioni online, ecc. ecc. La buonissima notizia è l’ok ai flight di 4 persone e ai 10 minuti di tempo tra un teetime e l’altro; la cattiva è che se trovate una pallina non vostra o un tee in campo, non potrete raccoglierli.

Evabbé, si tratta comunque di regole di buon senso, che non si discostano dalla vita che abbiamo condotto negli ultimi 50 giorni, quindi di non difficile applicazione: in fondo, abbiamo già praticato abbastanza la materia del distanziamento sociale.

Dall’altra parte dell’Atlantico, nel frattempo, arrivano notizie che fanno ben sperare anche i nostri circoli: dalla California al Wisconsin, dove i golf hanno riaperto, è stato subito boom di prenotazioni, con teetime intasati sui campi a disposizione.

E dunque, mentre rincorriamo tutti un desiderio identico -il ritorno alla normalità- non resta altro da fare che aspettare e incrociare le dita.

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