Il Tour dice addio alle golfiste sexy

Che strano! In un mondo in cui l’unico conformismo imperante pare essere quello della trasgressione, il circuito femminile americano, l’LPGA, richiama invece all’ordine le sue proette e, via mail super ufficiale, intima loro di allungare gli orli di gonnellini e vestitini. Che poi sarebbe come se Sky obbligasse Diletta Leotta a condurre i suoi programmi di calcio in ballerine e castigati tailleur pantaloni: una follia commerciale, più che di costume.

Il problema è che il Tour desidera proporre ai propri sponsor nonché ai propri fans un’immagine più professionale delle sue campionesse rispetto alle migliaia di golfiste sgallettate ma “bbone” che circolano e prosperano online su Instagram: Paige Spiranac, un nome per tutte.

Morale: nel Tour a stelle e strisce, niente più mini alte come una cintura, niente più canottiere che liberano i pettorali, niente più leggings o joggings a contornare le curve dei fondoschiena. Insomma, una noia pazzesca, con le giocatrici condannate a diventare schiave di pitch e putt, ma soprattutto della loro ritrovata sobrietà.

“Chi vuole fare grandi cose – sosteneva Paul Valery- deve pensare profondamente ai dettagli” e in effetti le proette lo avevano subito preso in parola: rimmel dello stesso colore degli smalti, palline rosa come i cappucci dei legni, calzettoni a mo’ di parigine, labbra fluo come le visiere.

Insomma: il tour femminile americano era un caleidoscopio divertente di tendenze modaiole mixate a grandi swing.

Il problema è che in televisione il gioco delle wonder women del circuito rende come in campagna il frinire delle cicale: se non ci fai caso, non te ne accorgi neanche più. Troppo regolare, troppo perfetto, troppi drive in fairway e troppi approcci in green nei colpi regolamentari e la noia è servita su un piatto d’argento. E,al netto di molti nomi esotici e pressoché impronunciabili, se si leva lo sculettare in campo delle ragazze inguainate in micro-pantaloncini fluo alti come un cerotto, cosa resta a tutti quegli aficionados ricchi di testosterone ma poveri di neuroni?

Non resta che cambiare canale, ovviamente.

E alle ragazze, invece, cosa resta? Una sola cosa: capire che hanno loro il manico del coltello, ma che saperlo girare non è fortuna, è arte. Insomma, se, oltre che vincere, desiderano non perdere audience, fans, follower, like e cuori su Instagram, Twitter e Facebook, bisogna che imparino a produrre idee. In una parola, a sculettare col cervello. Che poi -diciamocelo- è sempre la cosa più difficile.

Comments

1 Comment
  1. posted by
    Lucia
    Jul 20, 2017 Reply

    Non ho niente da ridire sul look delle giocatrici, sempre che rientri nel buon senso. A me invece piacerebbe vedere in televisione qualche gara. Il circuito femminile non è mai considerato.

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