Il golf, la relazione più duratura della mia vita

Per la prima volta nelle ultime tre settimane, oggi ho ripreso nuovamente in mano i bastoni. E niente, mentre mi arrabattavo in campo alla ricerca di una qualche infinitesimale memoria muscolare celatasi nei miei neuroni stanchi, ragionavo su un fatto: che quella con il golf è la relazione più duratura che ho nella mia vita.

Resiste da ben 35 anni: nonostante i pochissimi alti e i moltissimi bassi registrati in tutto questo tempo, tutt’oggi il golf tiene botta nella mia quotidianità.

Eppure, basta anche una breve vacanza dallo swing come quella di questi ultimi giorni, per non farmi sentire più la mancanza del green: voglio dire, meno gioco, meno giocherei.

In vecchiaia, insomma, il golf insomma ha per certi versi assunto le fattezze di uno di quei fidanzati che ti hanno frullato gli zebedei: uno di quelli che appena riesci a liberare, riesci a sganciare al mittente, ti fa sentire più leggera. Uno di quelli cui non pensi più, una volta che l’hai mollato.

Voglio dire: se non lo pratico, il golf non mi manca. Anzi. La sua assenza mi fa del gran bene: nei week end comandati in cui non gioco come una forsennata, posso indugiare nella mia pigrizia, dedicarmi alle letture, oziare in campagna, visitare una mostra e mille altre cose ancora che altrimenti non ho mai il tempo di seguire.

Eppure, basta un maledetto pomeriggio come quello di oggi, un pomeriggio in cui mi ritrovo per caso e contro voglia in campo pratica, che, maledizione, la voglia di golf si fa subito sentire prepotente.

E in tutta questa faccenda che ha del nevrotico -lo ammetto- la cosa che mi fa sorridere è una: che nella mia vita, ogni volta che ho mollato un fidanzato e poi l’ho rincontrato, non mi sono fatta acciuffare più.

Il golf, invece, continua a fregarmi: la relazione con lui resiste, nonostante il rapporto evidente di odio/amore che nutro per lo swing.

Ecco, ci ragionavo in campo, oggi, e mi chiedevo il perché. E, dopo un respiro profondo e di gratitudine, non ho trovato altra risposta che questa: questa relazione ha del miracoloso. Ma il miracolo non sta nella sua perfezione, che non esiste. Sta nel mio coraggio nel continuare a provarci.

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