Italian Open: 10 tipologie di golfisti

Si sa: golfisti o non golfisti, tutti siamo portatori di qualche handicap emotivo. Ma la verità vera è che se si è swingatori da week end, il lato neurolabile picchia durissimo sui neuroni stanchi. Voglio dire: a noi “pasionari della virgola domenicale”, il Jack Nicholson di Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo fa una classica pippa. E dunque, è proprio per questa follia intrinseca nel Dna di noi golfisti, che lo spettacolo nello spettacolo di questo Italian Open sono i commenti pseudotecnici del pubblico che, dopo aver lasciato suo malgrado bastoni e palline a casa, sfila a bordo rough dietro i suoi beniamini.

Per cui, raga, vi dico la verità: non ce l’ho fatta a trattenermi, perdonatemi: siccome riconosco la neurolabilità swingatoria a un miglio di distanza, non ho potuto fare a meno di starvi a sentire e di scoprire quali tipologie di golfisti si nascondono nella folla che segue questo Open da dietro le corde (Ps io rientro nella numero3):

  • IL PURISTA: “Bella, eh, ma un po’ pulita” (trattasi di ferro 5 da 185 metri, tatuatosi in green a pochi metri dall’asta);
  • IL FREUDIANO: “Guarda, questo qui – Danny Willett, NdR- ha le palle piene del putt che ha sbagliato prima” (pochi secondi dopo, ferro 8 che atterra dallo spazio cosmico a due metri dalla bandiera);
  • IL TATTICO: “Ma no, dai raga, non si può tirare il drive alla 8!” (Draivone in fade violento di Alex Noren sopra le piante a destra e gap wedge di secondo colpo al green);
  • IL PIDDINO: “A questo qui –Jon Rahm NdR- gli muore un po’ a sinistra” (però a 280 yards dal tee è ancora vivissima);
  • IL SUN TZU: “E però poteva farlo prima” (Platone e Socrate s’inchinano);
  • IL LOMBROSO: “No, ma dai, questo ha il fisico di un tappo di Coca Cola!” (Il tappo di Coca Cola la spara subito dopo a 295 yards dal tee);
  • L’ULTRAS: “Io vado alla 8 e vi aspetto lì, che per me c’è solo Chicco, il resto, boh” (il più onesto de’ noantri);
  • IL KAMIKAZE: “Quando atterra la palla di questo, fa proprio boom!” (si trattava del drive di Marcus Fraser, il pro più corto nella storia del Tour);
  • L’INCONTENTABILE: “Sì, però Chicco per essere un grande deve vincere almeno un torneo in America” (ma inizia a vincere tu il tuo campionato sociale pareggiato, che poi ne riparliamo)
  • IL LIKEATORE: “Bogey Blonde, io il like te lo metto sempre!” (E io per questo ti amoh)

 

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