La semplicità di DJ e la lezione di Tiger

Al solito, ogni torneo “pesante” lascia qualche traccia significativa nella memoria di tutti noi, qualcosa che accompagnerà noi tifosi lungo la strada tortuosa della nostra passione: magari sarà il ricordo di un colpo magistrale, o la scoperta di una buca spettacolare, o magari lo sconcerto davanti al crollo inaspettato di un grande campione.

Ogni volta i sassolini bianchi che un grande evento sportivo semina tra i nostri neuroni sono diversi e nuovi e proprio per questo motivo trovo che sia cosa buona e saggia metterli in ordine negli scaffali dei nostri ricordi.

Personalmente, due sono gli aspetti di questo Masters autunnale che mi hanno colpito: il primo è la “semplicità” con cui Dustin Johnson ha giocato, condotto e infine vinto il torneo; il secondo è la lezione da trarre dal giro finale di Tiger.

Iniziamo col primo: cos’è la semplicità? È la tecnica di sottrazione del fare. E sebbene al mondo nulla sia più complesso della semplicità, del sottrarre, del liberarsi delle sovrastrutture per arrivare al nucleo delle cose, golfisticamente DJ è certamente il migliore al mondo in questa tecnica, prima ancora che in quella del suo swing.

Ora, dicono che un uomo sia ricco in proporzione al numero di cose di cui può fare a meno: in questo senso, Dustin, che per sua natura sul campo sa fare a meno di pensieri inutili e di ricordi dannosi, è il campione più ricco di questo circuito mondiale.

Ha imparato, probabilmente a sue spese, a essere isolato in campo, come una monade chiusa verso l’esterno per la quale il senso del percorso è tutto nel raggiungimento di un qualche obiettivo.

Felice e immerso nel presente come solo un bambino sa essere, si differenzia dal resto nel field (e dell’umanità golfistica) non solo per il gioco devastante, ma anche e soprattutto perché non si pone certi problemi che senza domande non avrebbe mai avuto bisogno di risolvere.

Semplice.

Veniamo ora a Tiger.

Prima il 10 al par 3 della 12, il peggior punteggio in una singola buca della sua intera carriera. E poi, subito dopo, 5 birdie nelle restanti 6 buche.

Che cosa ci dice Tiger in questo frangente? Una sola cosa: in ogni frangente, buono o cattivo che sia, fate sempre del vostro meglio. Fate anche più del vostro meglio. Che questo è il solo segreto, il segreto svelato da parte di qualcuno che sa quanto è difficile ma anche immensamente divertente.

Comments

3 Comments
  1. posted by
    Lalli
    Nov 16, 2020 Reply

    Stupito da Tiger sia nel bene che nel male!
    Enorme compione!

  2. posted by
    Marcello
    Nov 16, 2020 Reply

    Due lezioni vere.

  3. posted by
    Marcello
    Nov 16, 2020 Reply

    Due lezioni vere.

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