Largo ai piccoli

Chi ha la bontà di seguirmi da queste pagine, sa benissimo che spesso e volentieri mi occupo di attività giovanile. E che, se lo faccio, è perché sono più che certa che lo sviluppo dei numeri del golf italiano passa anche e soprattutto dalle fasce di età dei più giovani.

Detto questo, possiamo cominciare.

Dunque: stavolta, all’interno dell’ampio ventaglio del tema “junior”, ho deciso di fare un ulteriore passo indietro nel tempo: stavolta mi dedicherò ai giovanissimi. Il mio sguardo sarà infatti rivolto ai bambini tra i due e i cinque anni, perché, anche se fino ad adesso non lo avete mai neppure immaginato (e io ero una di voi), il golf è uno sport accessibilissimo anche a loro.

IMG_7585

Il caso che mi ha aperto gli occhi arriva dal Veneto, più precisamente dal Golf Villafranca di Verona, dove, con un progetto family friendly partito a settembre e che coinvolgerà anche Massimo Messina per la parte atletica, il circolo ha aperto le porte a corsi speciali dedicati a bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni, e in men che non si dica, si è visto prendere d’assalto da oltre una quarantina di scatenati giovanissimi appassionati di green e driver. Ma non solo: l’entusiasmo dei piccoli sarà pure rumoroso, ma è quello che permette di fare le cose. E infatti la passione dei bambini ha contagiato velocemente anche i genitori, tanto che numerosi padri e madri di famiglia si sono convertiti in quattro e quattr’otto allo swing.

IMG_9554

Ora: come in tutte le storie di successo, anche in questo caso il segreto sta, come sosteneva il grande Ben Hogan, “nella polvere”. Vale a dire, nello studio, nel lavoro, nella programmazione seria e in una precisa strutturazione. In particolar modo, la chiave della riuscita di questo progetto sta nel desiderio della pro Anna Diletta Daffan di scoprire come insegnare il golf ai bambini di età molto piccola. La risposta alle sue domande l’ha trovata online, nel progetto di origine statunitense denominato Little Golf Train. Tra un viaggio e una trasferta negli States, Anna ha imparato che il segreto stava nel far amare ai suoi giovani clienti lo stare all’aria aperta prima ancora che il golf, e che la passione per lo swing passava anche e soprattutto dai giochi che si potevano proporre camminando in fairway.

La forza di questa idea sta nel fatto che, visto così, il golf può essere insegnato anche all’interno dei parchi cittadini, senza limiti di spazio; la debolezza sta invece nell’impossibilità di tesserare presso la Fig gli under 6, la cui assicurazione deve dunque passare attraverso i club. A questo punto, la domanda obbligatoria: perché non sbloccare il tesseramento dei giovanissimi, così non solo da avere maggiori entrate in Viale Tiziano, ma anche e soprattutto per permettere ai pro che finora non l’hanno fatto, di organizzare corsi ad hoc per i piccoli in tutta tranquillità?

(da Golf & Turismo, novembre 2018)

Comments

1 Comment
  1. posted by
    Ettore Thermes
    Dec 5, 2018 Reply

    Siamo paradossalmente messi benissimo con il giovanile sia come numeri % che come risultati quando crescono. I tecnici evidentemente lavorano bene o meglio

Leave A Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *