L’eterna primavera di Koepka

Alcuni sostengono che siamo come le stagioni: pronti a rinascere a primavera dopo un inverno brutale.

In verità, a me pare che questa sia una caratteristica dei grandi campioni, più che una di noi comuni mortali del green.

A me pare anche che noi neurolabili dello swing siamo più come quelle Loveboat a pedali che girano a vuoto nei laghetti artificiali dei parchi: facciamo tanta fatica a pedalare, per non andare mai da nessuna parte.

Ecco. Ma la cosa divertente è che, qualche volta, esistono dei tornei in cui anche gli dei del green faticano abbestia senza riuscire a staccare davvero gli ormeggi per partire verso il centro del laghetto, ovvero sotto al par del campo.

Prendete Bethpage Black, dove si sta giocando questa settimana: dopo le prime 18 buche, solo 16 giocatori sono riusciti ad andare in rosso. E se lo hanno fatto, lo hanno fatto perché i green erano morbidi e ricettivi per la pioggia caduta, e non duri a molla come invece sono di solito.

In questo scenario apocalittico, assume dunque una prestanza ancora maggiore il punteggio di apertura di 63 firmato da Brooks Koepka, il defending champion e attuale leader del torneo.

Ora: secondo quanto ci raccontano le statistiche, sono 10 i colpi in meno che distanziano il suo score dalla media del field dopo le prime 18 buche: un abisso. E ancora: negli ultimi 7 major, Brooks ha 3 vittorie e un 2° posto (all’ultimo Masters, per amore di cronaca). E ancora: dal Pga Championship 2016, Koepka vanta un punteggio complessivo di 62 sotto al par, 21 colpi in meno di Riccardino Fowler, che pure è 2° in questa classifica.

Un mostro, insomma. Uno che non conosce i cicli e i ricicli eterni della natura: voglio dire, se a Bethpage gli altri si sentono in pieno inverno, lui pare sempre viaggiarsela in un’eterna primavera. Perché, la verità vera è una sola: che se non è una rondine a farla, la primavera, c’è sempre Brooks pronto a farcela sentire.

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