Lindsey Vonn: amo ancora Tiger

La vita è un moto perenne: basta saperla indirizzare. Lo sa bene la sciatrice Lindsey Vonn, che tra un paletto e una curva in discesa, sa sempre inforcare la traiettoria migliore. Forse, però, quella traiettoria perfetta non l’aveva individuata nell’aprile del 2015, quando, dopo due anni di relazione bollente, mollò su due piedi il Tigerone mondiale.

Oggi, a distanza di quasi tre anni dalla rottura (compresa la rottura “sospetta” di un incisivo di Woods, che si racconta fosse stato vittima di un lancio mirato di scarpone), a pochi mesi da un’intervista simile e a poche settimane dall’Olimpiade, la bionda americana ritorna sul quel love affaire tormentato e ribadisce che lei, di riffa o di raffa, lo ama ancora quel testardone di Tiger.

E che volete che vi dica: forse solo che viviamo nell’epoca dell’isteria dell’aggiornamento continuo. Aggiorniamo i profili, lo stato, i social, Facebook, Instagram, Twitter, e in questo eterno rinnovarci, pare che sentiamo la necessità di rinnovare pure i sentimenti.

Siamo come palline di un flipper, che, in un perenne moto continuo, rimbalzano tra grandi amori e grandi delusioni, salvo poi rimuginare sul fatto che quello che avevamo prima del tilt non era poi così male. Ma la verità è che il più delle volte il passato è solo un’illusione ottica: Jean d’Ormesson sosteneva che rompere con le cose reali è facile, meno facile è rompere coi ricordi, perché è lì, tra una malinconia e un rimpianto, che si spezza veramente il cuore.

Cara Lindsey, entrare nel passato è sempre un’operazione incerta: vi si fa l’ingresso con occhi diversi e, chissà perché, quegli occhi si tingono sempre di un baby rosa.

L’unica verità, cara Lindsey, è che, in questo mondo governato dall’ansia del rinnovamento, la nostalgia è una maledetta bugiarda che si ingegna nel dirti che un tempo le cose erano migliori di quanto sembrassero. Per cui non starci a pensare: indugiare nella profondità dell’animo non ti spiegherà i perché degli amori infelici o delle relazioni andate a puttane, servirà semmai ad aumentare soltanto la malinconia.

 

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