Lo shopping compulsivo di Callaway (e il caso Rory)

Saranno i saldi di fine di stagione, sarà il fatto che la crisi morde soprattutto i piccoli, sarà quello che sarà, ma le grandi aziende del golf mondiale si stanno dando allo shopping in un mood selvaggio che Carrie Bradshaw levati proprio.

Per dire: Callaway –che nel mondo, insieme a Titleist, è ormai l’unico colosso interamente dedicato al golf- si è appena pappata per 75 milioni di dollari la Ogio, l’azienda specializzata nella produzione di sacche.

Ogio, il cui nome significa “Our Gear Is Organized”, è famosa tra i golfisti per la comodità e il design intelligente dei propri prodotti. E ancora: poche settimane fa, sempre Callaway ha comprato la Toulon Design, una società il cui nome vi dirà poco, ma che è al top nel disegno e nella progettazione di putter di altissima qualità. Nel 2017 dunque, all’interno dell’universo Callaway, Toulon affiancherà Odissey andando però a coprire una fascia decisamente più alta di mercato. Nel frattempo, Sean Toulon, uscito nel 2015 da Taylor Made, è diventato General Manager di Odissey Golf, nonché Senior Vice President di Callaway Golf.

E poi c’è la questione Rory McIlroy. Il nordirlandese, che sta debuttando nella nuova stagione agonistica proprio in queste ore, in Sud Africa, nella prima tappa dell’European Tour, si è presentato con una sacca “mixata”: ferri Callaway, driver Epic Callaway, putter Odissey, wedge Titleist Vokey Disegn e palla Titleist.

La domanda è: perché Rory gioca Callaway se non ha un contratto con l’azienda statunitense? Alcuni sostengono che, visto che il precedente rapporto con Nike presupponeva 140 milioni di dollari di sponsorizzazione per l’abbigliamento (accordo che continua) e 60 per l’attrezzatura, l’ex numero 1 del mondo stia cercando qualche marchio di bastoni che sostituisca i 60 milioni. Il concetto è: vinco con questi bastoni e poi chiedo quello che voglio. Più plausibile invece la voce secondo la quale Nike, in rispetto al contratto siglato con Rory anni fa, continui a pagare le cifre pattuite anche se i bastoni con il baffo di fatto non esistono più. Se McIlroy dovesse firmare con qualche altra casa, dicono, questa stessa casa dovrebbe quindi saldare una buona uscita a diversi zeri a Nike. Nel frattempo dunque il giocatore incassa dollari fumanti e contemporaneamente testa set diversi, finendo con il giocare solo con quelli che meglio si adattano al suo golf: in fondo, ogni campione che si rispetti desidera in cuor suo avere la possibilità di creare la propria personalissima sacca.

Nel frattempo, il buon Rory, bastoni con il baffo o meno, pare fregarsene altamente di ogni problematica contrattuale, avendo da poco concluso con un comodo 67 (-5) le sue prime 18 buche del 2017, nel primo round del BMW SA Open. Così, tanto per ricordare agli altri -e pure a Callaway- che lui c’è.

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