Mariano di Vaio: arrivo in tutto, tranne che in green

In generale, possiamo dire che esistono solo due mondi possibili: uno è quello reale, l’altro quello da sogno. Purtroppo oggi pare poter esistere solo quello reale, quello che non corrisponde ai sogni di nessuno di noi. Poi, però, capita che scorri i profili Instagram e Facebook di Mariano Di Vaio, un ragazzo strafigo di Perugia che è amatissimo da 9 milioni di follower (per dire, Tiger Woods ha “solo” 1 milione e 900mila seguaci) e, per un attimo, scrollando lo schermo tra immagini esotiche e familiari, hai come la sensazione che sogno e realtà possano sì coincidere. E, vi giuro, la sensazione diventa ancora più tangibile quando qualche minuto dopo ti capita di scambiare qualche chiacchiera al telefono proprio con lui, con Mariano, che sta viaggiando verso Bologna per un fitting di golf.

“Sto andando a provare dei drive nuovi –mi confida- ma ogni volta che ne ho uno in mano da testare, voglio fare 300 metri e allora mi partono delle paranche che guarda… Ma oggi non mi faccio fregare: oggi ci vado piano. D’altronde sono finalmente sceso in prima categoria: sono maturo!”. E scoppia a ridere, di una risata fragorosa e genuina, una risata che sa di casa. E allora, non posso fare a meno di chiedermi se non sia proprio questo il segreto per avere un tale successo globale in rete: la naturalezza.

“Non saprei –mi confida- posso però dirti cosa funziona per me: l’ironia. La capacità di non prendersi mai troppo sul serio. E poi, la positività: non mi lamento mai. Voglio che il mio sia sempre e solo un messaggio costruttivo. Col sorriso. Ma in fondo io sono così: sono costruttivo. Un lavoratore. Non perdo tempo: vado per la mia strada”.

E l’ironia funziona anche nel campo da golf?

“Guarda, ti racconto questo aneddoto: giocavo con Alex Noren, alla proam dell’Open d’Italia. Devo tirare un rescue da terra. Faccio la prova, swingo e però mi parte un lob di due metri. Non il classico rattone, ma un lob vero e proprio. Noren scoppia a ridere e mi dice: meno male che sei nell’e-commerce. E a quel punto ho iniziato a ridere pure io. E sennò che devi fare col golf?”

Probabilmente solo due cose: allenarti e accettare quello che viene…“Esatto. All’inizio mi arrabbiavo quando sbagliavo. Poi mi sono detto: Mariano, se non ti impegni seriamente, poi non ti puoi lamentare, E così ho iniziato a praticare due, tre volte alla settimana. Appena il lavoro me lo permette, gioco. Anche quando sono all’estero: ho sempre la sacca con me. Nell’ultimo anno ho trovato un pro, Santiago Mignini, che ha saputo trasmettermi dei feeling facili per eseguire lo swing e non dei concetti astratti e così sono sceso a 11”.

Dunque sei un lavoratore anche nel golf, uno che si applica…

“Puoi dirlo forte. È che questo sport mi ha preso il cuore: nella mia vita ho provato di tutto. Basket, motocross, surf, snowboard, e tutto mi è riuscito benino. Poi, per caso, durante una vacanza al Verdura, scopro che nel pacchetto ho anche una lezione di golf. E allora vado. E mi rendo conto che non ci riesco. Morale, mi sono detto: possibile che non sono in grado di tirare una pallina? Ecco, da lì è scattato un senso di sfida che nessun altro sport mi ha mai provocato. E oggi, dopo un anno e mezzo di pratica, sono in strada con due ore di auto davanti a me per andare a provare dei bastoni. No, ma dico: ti rendi conto?”.

Lavori come fashion influencer e giochi a golf: sono due mondi diversi, ma che in comune hanno una cosa: che in Italia ancora si fa ancora fatica ad accettarli come attività serie…

“Dico solo questo: l’e-commerce non è un lavoretto. È impegnativo. Dietro le mie foto, ci sono due aziende con parecchi dipendenti di cui ho la piena responsabilità. Il mio compito è stare in forma per fare campagne importanti. Servono palestra, dieta, mangiare bene, non sgarrare mai. Se vado a mangiare la pizza con gli amici, la birra me la posso scordare. E il giorno dopo sono in palestra. Devo prendermi cura di me stesso e non esagerare mai. Grazie a Dio, da tutto questo c’è un ritorno economico importante e dunque non si può considerarlo un lavoretto. Sono un imprenditore vero, con due aziende reali sulle spalle”.

Hai mai pensato di usare la tua influenza sul web per promuovere il golf?

“Certo: ho convinto Diletta Leotta a prendere delle lezioni e ho portato in campo pratica Piero Barone, uno dei cantanti del Volo, che ora è pazzo per il golf. Voglio convincere Gianluca Vacchi a tornare a swingare: più personaggi così postano foto mentre giocano, più i giovani possono appassionarsi a questo sport. Tutti noi parliamo a milioni di follower tra i 18 e i 35 anni, una fascia estremamente interessante che mi pare manchi nel golf italiano. In più a Perugia, la mia città sto facendo uno sforzo pazzesco per portare sempre più gente a giocare. E poi….”

E poi?

“E poi, sto per lanciare una campagna pubblicitaria, totalmente ispirazionale, per una nuova linea sportiva di abbigliamento firmata NoHow, in cui ci sarà ovviamente spazio anche per il golf”.

Al netto di Francesco Molinari, potresti essere un personaggio giusto su cui puntare per lanciare il golf nelle case degli italiani?

“Non esageriamo! Però mi sto dando da fare: con Infront sto anche organizzando un torneo di golf di tre giorni che si terrà a Saturnia a fine giugno. Il vincitore del lordo verrà a giocare con me alla proam dell’Open d’Italia all’Olgiata: tanta roba”.

A proposito: hai mai giocato su quel percorso?

“Una volta sola. Un vero incubo: ai par 3 non ci  arrivavo mai”.

Ed ecco spiegata la crudeltà del golf: arrivi in tutto, tranne che in green.

Leave A Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *