Per un buon golf, occhio al cortisolo

Da marzo 2020 viviamo tutti con le spalle più incurvate: questi lunghi mesi ci hanno provato. Ci hanno resi più vulnerabili e più fragili.

Da quasi 12 mesi viviamo in un perenne stand by destabilizzante, in cui non è facile progettare il futuro: il che, a dirla francamente, a volte è peggio del vivere in un limbo.

Ora: recenti studi scientifici hanno dimostrato che, proprio a causa di ciò che sta accadendo nel mondo, nel corso della pandemia i livelli di cortisolo, vale a dire dell’ormone dello stress, sono schizzati alle stelle in ognuno di noi.

Tradotto: mentalmente, siamo tutti delle bombe a orologeria pronte a esplodere per una sciocchezza qualsiasi.

Per spiegarvi l’effetto del cortisolo sulle nostre azioni, vi racconto una storia che riguarda Jack Nicklaus.

Nel 1981, l’Orso d’Oro era a Royal St. George’s per l’Open Championship.

Nel corso dell’ultimo giro di prova prima del torneo ricevette una telefonata dagli Stati Uniti che lo informava che uno dei suoi figli era rimasto coinvolto in un grave incidente stradale e che stava lottando tra la vita e la morte.

Potete immaginare lo stress.

A mano, a mano, nel corso della giornata e poi nel corso della serata, fortunatamente le condizioni del ragazzo migliorarono, tanto che nella notte Jack seppe che il figlio era salvo e ormai fuori pericolo.

La mattina seguente, con il cuore sollevato, Nicklaus scese in campo per il primo round dell’Open Championship: segnò 83, lo score più alto mai firmato dal grande campione in un torneo major.

Nonostante tutte le rassicurazioni ricevute sulle condizioni del figlio, il cortisolo stava ancora viaggiando a bomba tra le vene dell’Orso d’oro.

Ci vollero 24 ore per ritrovare livelli ormonali accettabili: nel venerdì del Royal St. George’s, Jack andò all’attacco per passare il taglio di metà gara e sparò un 66: missione compiuta e weekend agguantato.

Nicklaus terminò poi il torneo con 290 colpi, in 23sima posizione, molto indietro rispetto al vincitore Bill Rogers.

Tutto questo per dirvi una sola cosa: prima dello swing, prima dell’attrezzatura, prima di ogni cosa ci vogliono le condizioni per giocare bene, perché è il modo in cui ci sentiamo che ha un’influenza su come giochiamo, non il contrario. 

Dunque mettiamola così: se in queste settimane e poi nelle prossime giocherete come dei merdoni, beh ragazzi, non è colpa vostra. È colpa del cortisolo.

Amen.

Leave A Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *