Perché il golf ci salverà. Tutti.

Forse ancora non lo sapete, forse ancora non ne avete la percezione, ma la riapertura dei campi di golf potrebbe davvero rappresentare la famosa luce in fondo al tunnel. Epperò, prima di arrivare al dunque, tocca andare con ordine, srotolando innanzi tutto alcuni dati: in primis, bisogna avere la consapevolezza che da questa quarantena, il più lungo periodo storico di isolamento con impatto collettivo, tutti, ma proprio tutti, usciremo da casa piagati da disturbi da stress post traumatico.

Per dire: sul tema, già fioccano le ricerche. Secondo il Politecnico di Milano, nel corso del lockdown, il consumo di alcolici e farmaci è aumentato fortemente. Di pari passo sono cresciute le dipendenze. E ancora: un italiano su 3 ha visto peggiorare la qualità del suo sonno, primo indicatore di equilibrio psicofisico. Ma non basta: rinchiuso in casa, un italiano su 4 ha fatto ricorso a sostanze antidepressive o ansiolitici. E allora la domanda è lecita: cosa accadrà alla nostra psiche quando usciremo?

“Passeremo dalla prima fase della pandemia caratterizzata da un’angoscia persecutoria, dove il nemico è stato ovunque, alla seconda fase, dove l’angoscia diverrà depressiva”, spiega Maria Heilbron, psicologa e psicoterapeuta che in queste settimane, seppur da casa, grazie alla tecnologia non ha mai abbandonato i suoi pazienti.

“In parole povere –continua la dottoressa Heilbron- quando usciremo dalle prigionia domestica, saremo un’intera popolazione in lutto. Molti di noi, purtroppo, piangeranno la perdita dei propri cari e dei propri amici, e, contemporaneamente, tutti piangeremo la perdita della nostra identità sociale”.

Tradotto: con la vita tagliata in due capitoli, in un Prima e in un Dopo, soffriremo di maggior ansia, nervosismo, stress, frustrazione, depressione, insofferenza e tristezza. Epperò, pur in un quadro del genere, un quadro che appare più inquietante dell’Urlo di Munch, per gli swigatori esiste comunque quella famosa luce in fondo al tunnel di cui si discettava all’inizio: “I golfisti – spiega Maria Heilbron- hanno in sé tutte le risorse psichiche per far fronte alla ripresa. Innanzi tutto sono abituati a rispettare le regole: in fondo praticano uno sport che pare un trattato giuridico più che un passatempo. E poi: amano una disciplina che, tra un colpo e l’altro, li ha abituati al dialogo interiore e alla gestione dei sentimenti. Infine, diciamocelo in tutta sincerità: il golf è uno sport che allena alla gestione della frustrazione”.

Ma non solo: secondo la dottoressa, l’abitudine dei golfisti al controllo di un gesto tecnico assai complicato, permetterà loro di avere una maggior attenzione nel contatto con gli altri. 

“Il ritorno al golf – conclude la Heilbron- significherà per i suoi appassionati non solo la possibilità di ripartire dall’aria aperta, ma anche e soprattutto una riapertura della porta su quel mondo di ieri che abbiamo perso. In fondo, rispetto a altri sport, il golf subirà una minor scissione tra il Prima e il Dopo perché  saranno pochi i cambiamenti necessari per tornare a giocarlo”.

In buona sostanza, in un mondo che scopriremo totalmente diverso, il rientro sul green permetterà agli swingatori di ritrovare qualcosa che apparteneva loro. E tutto questo non potrà che far bene alla psiche e alla vita.

Comments

13 Comments
  1. posted by
    Alfonso
    Apr 22, 2020 Reply

    Secondo Oscar Wilde tu dovresti essere una pessima giocatrice di golf ,perchè sei troppo brava e intelligente , ma non mi risulta.Alfonso

    • posted by
      Alex
      Apr 25, 2020 Reply

      Molto bello e romantico oserei dire . Sinceramente però la domanda vera, a mio parere, è quanti campi da golf rimarranno dopo “la tempesta” vista la situazione già disastrosa e la gestione fin qui fallimentare del golf in Italia

  2. posted by
    Maria Daniela Conti
    Apr 22, 2020 Reply

    La Heilbron è una donna saggia simpatica ed intelligente oltre che una psicoterapeuta eccellente!

  3. posted by
    Nicoletta Minotti
    Apr 22, 2020 Reply

    Sono una golfista ultrasettantenne e, appunto per questo motivo, spero che il 4 maggio non sia solo una chimera ma solida realtà. I motivi sono prevalentemente due. Primo: passare giornate all’aria aperta in quel posto che io considero la mia seconda casa. Secondo: la mia salute non solo fisica ma anche mentale!

  4. posted by
    PAOLO MASOTTI
    Apr 22, 2020 Reply

    long live golf, the best sport!

  5. posted by
    Franco
    Apr 23, 2020 Reply

    come non essere d’accordo ?

  6. posted by
    Giorgio
    Apr 23, 2020 Reply

    Non credo che il target dei golfisti che potrà godere dell’apertura dei golf, possa essere significativo per rappresentare la luce in fondo al tunnel dell’Italia

    • posted by
      Isabella Calogero
      Apr 24, 2020 Reply

      qui si parla di golfisti e non dell’Italia. Magari bastasse il golf

  7. posted by
    Francesco Giannini
    Apr 23, 2020 Reply

    Più che giusto non vedo lora di calpestare il manto verde del golf….

  8. posted by
    Vais Cencini
    Apr 24, 2020 Reply

    Non vedo l’ora che vengano riaperti tutti i campi di golf, comprese alcune restrizioni. Anche se io ho un solo problema ” Mi trovo troppo vicino alla palla dopo averla colpita ”
    (Sam Snead cit.)

  9. posted by
    Mauro De Simon
    Apr 24, 2020 Reply

    Brava Isabella!
    Abbiamo tutti bisogno di un conforto e un buon paio di occhiali per vedere la famosa luce in fondo..

  10. posted by
    Micel
    Apr 24, 2020 Reply

    Un campo così bello sicuramente non lo troverò mai più

  11. posted by
    Massimiliano Lancellotti
    Apr 25, 2020 Reply

    Andiamo a PAlaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

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