Quando hai un T-Rex in sacca

Capita che gli uomini si gettino lancia in resta in apprezzamenti spavaldi verso il gentil sesso.
Capita anche che qualche volta, purtroppo, nei nostri confronti sfidino la forza di grevità.

Non so: possono uscirsene con un classico (e sempre bene accetto) “Sei uno schianto, bambola”, con la stessa facilità con cui invece riescono a sotterrare l’amor proprio femminile con un odioso “Ma come diavolo ti sei conciata?”. Che poi tu, per clonarti in una mediterranea Angelina Jolie (senza un Brad Pitt per le mani, per altro), abbia speso, nell’ordine: 30 euro dal parrucchiere – 25 per la manicure – 800 per un tubino nero semplice semplice di Versace tutto strappi e oblò – 900 per una stivalata aggressiva di Sergio Rossi (per un totale di 1755 euro che ipotizzavi essere un solido investimento per la serata e per quelle a venire), beh, questo è un problema di bilancio economico (e psicologico) che sembra non sfiorarli davvero mai. Ok, lo so che le donne dovrebbero finalmente imparare a smetterla di mettersi in mostra: competono eternamente per l’aspetto, ma perdono in autostima, è noiosamente arcinoto. Ma tant’è, la fashion-vanità è un richiamo moderatamente irresistibile per tutte.

Ora. A una banale guerriglia di apprezzamenti e controapprezzamenti sono sempre preparata: d’altronde ci sono voluti cinquant’anni d’esperienza, per alzare l’asticella a questo livello di consapevolezza.
Purtroppo non avevo invece le sinapsi adeguatamente collegate per replicare a dovere a un inaspettato e imprevisto “Tu mi mandi fuori palla!” che un golfista accanito mi ha rovesciato addosso nel corso di diciotto buche (le sue) quanto mai sofferte.

Questa la cronaca: sto vivendo una di quelle (rare) giornate golfistiche in cui il mio swing ha il certificato di garanzia. La buca mi fa l’occhiolino, ho un fattore di protezione 50 contro la sfiga e il meteo è simil Florida. Insomma, la vita mi appare dolce come una colata di zabaione sulla colomba pasquale.

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Gioco bene.
Non così i miei avversari (maschi) di partita. Uno di loro, vessato e stressato dallo score in profondo rosso, ha i neuroni che ballano il Mambo Number Five sin dalla prima buca. Alla dodici ormai sono sincopati su un assordante ritmo Heavy Metal: è il momento dello sbotto sguaiato.
Se lui gioca male, insomma, in una rara logica golfistica, è colpa mia che gioco troppo bene.
Morale: sono capace di stendere gli uomini non con il battito di ciglia. Non con l’ancheggiamento. Non con un’occhiata calda come la leccata di un cocker. Ma con un drive.
Ecco.
Forse ci sarebbero gli estremi per offendersi.
Forse.
O forse ci sarebbe solo da chiedersi quale scheletro psicologico debba nascondere un uomo nell’armadio per accanirsi così contro una signora. Quello di un T-rex, pare la risposta più consona. Forse.

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