Quando il golfista vende cara la pelle

Il golf a questo ti abitua: a vendere cara la pelle in campo. L’aleatorietà del gioco, le variabili infinite dei percorsi e, soprattutto, il sole che per cinque ore picchia duro sulla nostra cute, ci hanno insegnato –e soprattutto lo hanno insegnato alle golfiste- che la regola numero uno per sopravvivere a un giro di 18 buche è il senso della misura. La misura dei ferri e dei putt certamente, ma, sotto il solleone estivo, anche la misura della protezione solare, da usare sempre e comunque a dosi abbondanti. Anche per evitare la classica “abbronzatura da muratore” che tanto caratterizza l’agosto degli swingatori di ogni età e sesso. Ma diciamoci la verità una volta per tutte: è davvero possibile evitare i segni della triade guanto-calzino-scarpe?

“Non al 100%, purtroppo. L’unica soluzione che promette risultati è usare una fotoprotezione a schermo totale e contemporaneamente giocare a golf con maniche e pantaloni lunghi, ma capisco che d’estate sia assai scomodo”. La dottoressa Tiziana Lazzari, dermatologa e chirurgo estetico a Genova presso la Casa di Cura Villa Montallegro, è perentoria: d’altronde la sua pelle candida come quella lunare di Dita Von Teese precede di gran lunga le sue parole.

E allora, per evitare di avere la solita abbronzatura a strisce, i golfisti possono aiutarsi, magari prima dell’estate, con degli autoabbronzanti?

“Il colore che si ottiene così è legato a una reazione chimica superficiale, non coinvolge la melanina e tanto meno le cellule che la producono: quindi, anche dopo una preparazione del genere, esiste sempre la possibilità che la parte del corpo esposta ai raggi solari si abbronzi di più rispetto a quella coperta”.

Morale: dall’abbronzatura da muratore non si scappa, però, anche se siamo costretti a restare in campo per oltre cinque ore, alla nostra pelle si possono evitare tante complicazioni ben più dannose.

“In effetti – sostiene la dottoressa Lazzari- i danni provocati dal sole alla cute sono tanti e sono legati sia ai raggi UVA che agli UVB. Generalmente ci si preoccupa più di questi ultimi, perché sono quelli che nell’immediato causano eritemi e scottature solari, ma sono gli e UVA a essere i più infidi: hanno sì minor potenza, ma al contempo lavorano lentamente più in profondità e sono i veri responsabili dell’invecchiamento cutaneo. Danneggiano infatti le fibre elastiche e il collagene e alla lunga provocano le famose macchie, nonché veri e propri tumori cutanei”.

Una volta che però le macchie sono comparse sulla pelle –penso per esempio a quelle sulla mano destra, quella libera dal guanto- che si può fare?

“Innanzi tutto bisogna fare una diagnosi differenziale e capire a quale tipo di macchia siamo di fronte: il panorama è ampio e si va dalla pigmentazione diffusa, di tipo melasma, che riguarda il volto e gli avambracci, al chiloderma, ovvero alle macchie diffuse sul collo, fino alle semplici lentigo solari presenti su mani e viso. Nel caso della pigmentazione diffusa, s’interviene innanzi tutto con una fotoprotezione e a livello domiciliare con creme e sieri con sostanze schiarenti; invece, a livello ambulatoriale, con applicazioni di peeling, fino ad arrivare all’utilizzo di laser con lunghezza d’onda particolare”.

Che significa?

“Che esistono laser diversi a seconda del tipo di macchia che si deve trattare. A Villa Montallegro ne abbiamo di ogni tipo: si va dal laser frazionato, che è specifico per le pigmentazioni diffuse, fino al laser Q-Switched, che invece tratta solo lentigo solari, cioè le semplici macchie, o la rimozione dei tatuaggi”.

E cosa si può fare invece per il poichiloderma sul collo?

“Interveniamo con la luce ultrapulsata di quarta generazione”.

Ovviamente si tratta di trattamenti che non si programmano adesso, sotto il sole estivo…

“Assolutamente no. Ci si lavora lungo l’autunno/inverno, su una cute che non deve essere stata esposta al sole da almeno quattro settimane. Quindi diciamo che si può iniziare con i laser da fine ottobre, fino a marzo, aprile al massimo”.

Ma come si possono prevenire i danni causati dal sole sul viso, al di là dell’utilizzo delle semplici creme protettive?

“Preparando la pelle, con l’assunzione per via orale degli antiossidanti già uno o due mesi prima dell’esposizione al sole: in particolare consiglio prodotti che contengano betacarotene e licopene, che sono in grado di rafforzare le difese immunitarie nei confronti degli UVA e degli UVB. A livello ambulatoriale, a Villa Montallegro sosteniamo che sia molto utile un ciclo di biorivitalizzazione, con micro iniezioni che contengono un mix di acido ialuronico e antiossidanti, perché ha una funzione di idratazione profonda, di stimolo nella produzione di collagene, oltre a essere in grado di richiamare acqua sul viso. In questo senso, ancora più d’aiuto è il trattamento che si chiama Juvaderm Volite, che è alla base di un’ottima qualità della pelle: s’inietta per via intradermica in aree come il viso, il collo, il décolleté e le mani e assicura una pelle più liscia, idratata ed elastica. È inoltre buona regola usare sempre una crema doposole per ripristinare la barriera cutanea e mantenere l’idratazione; inoltre, anche nel periodo estivo, consiglio di fare dei piccoli scrub, perché eliminando le cellule morte, si favorisce l’assorbimento dei principi attivi contenuti nelle creme”.

E le rughe? Il golf c’entra anche con loro?

“Certo! Dipendono in gran parte dalla prolungata esposizione al sole, oltre che dalla mimica facciale. Chi vive tante ore all’aperto, come il golfista, certamente sviluppa più rughe di una persona che non prende sole”.

Bere tanta acqua è un modo di prevenire i danni sulla pelle?

“Assolutamente sì, così come lo è aumentare, soprattutto nel periodo estivo, l’apporto di frutta e verdura, sia per il contenuto di liquidi, sia per il sostegno vitaminico”.

Riassumendo: creme con protezioni solari, antiossidanti per via orale, un ciclo di biorivitalizzazione per il viso, bere molti liquidi e mangiare frutta e verdura non ci impediranno mai di sfoggiare la classica “muratora”, ma almeno, se avremmo fatto bene i compiti delle vacanze, questo settembre torneremo a casa con un viso sano e dal bell’aspetto.

“Mi raccomando, però –aggiunge la dottoressa Lazzari- sul campo non innervositevi troppo: si sa che le arrabbiature liberano stamina, che a sua volta è il mediatore chimico di eczemi, pruriti e irritazioni. Se malauguratamente vi dovesse succedere, mi raccomando: prendete antistaminici, ma solo per via orale”.

Golfista neurolabile avvisato, mezzo salvato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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