Rory: accorcio per tirare più lungo

Dicono che il segreto dietro al successo non sia nello strafare: dicono che dare senza requie la caccia alla perfezione come farebbe un’amante abbandonata con l’oggetto del suo desiderio sia una trappola ossessiva dalla quale poi sia difficile intravedere la via per la salvezza.

Lo sanno bene le stelle del green che, a meno di casi rari, puntellano continuamente il proprio swing d’impercettibili migliorie tecniche, senza per questo andare ad intaccare il proprio Dna golfistico.

Lo sa bene anche Rory McIlroy che, dall’inizio del 2019, quando imbraccia il driver o i ferri lunghi, ha messo in mostra uno swing più corto indietro e decisamente più in equilibrio in avanti.

Il segreto: un lungo lavoro di perfezionamento del set up, con più angoli in posizione, e dello stacco del bastone, che ora è più ampio rispetto agli ultimi anni.

Di conseguenza, nel backswing oggi le spalle di McIlroy ruotano su un piano più verticale rispetto al passato, con un bastone che resta sempre più frontale e meno “indietro” soprattutto nella fase di discesa verso la palla.

Lo scopo? Cancellare dallo score i bogey derivanti dai “pushoni” a destra che Rory spesso colpiva dal tee: avete presente il drive della 1 dell’ultimo giro del Masters 2018, con la palla che se la viaggiava 50 metri a destra della pista? Ecco.  

Le statistiche ci dicono che il ragazzo ha ragione: con una media score di 69 colpi, attualmente Rory è primo negli strokes gained dal tee e in quelli da tee a green. Ed è primo pure dopo il giro iniziale del Wells Fargo Championship con 66. Ma soprattutto, con questo nuovo backswing, McIlroy punta a essere in testa al Pga Championship che si giocherà nell’inferno del Bethpage Black tra due settimane: lì, avere il teeshot in pista sarà davvero vitale.


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