Rory, cambio dieta per vincere

Davanti ai risultati mosci, se non moscissimi, della stagione di Rory McIlroy, ogni Solone neurolabile del green globale, da Los Angeles a Londra e da Hong Kong a Sidney, ha puntato il dito contro la smania ossessiva del ricciolone per la palestra, i pesi e i muscoli turgidi.

Dietro i troppi infortuni che in questo disgraziato 2017 hanno condizionato in negativo il bilancio golfistico di Rory, secondo i tuttologi del pianeta, ci sarebbe insomma un ego smisurato che avrebbe portato il nordirlandese a trasformarsi da adolescente ciccia e brufoli a Superman palestrato.

Epperò si scoprono solo ora due notizie rimaste fino a oggi vere incognite nell’equazione McIlroy.

La prima: il lavoro fisico fin qui sostenuto dall’ex numero 1 era necessario. La combinazione tipica di Rory di flessibilità, velocità e potenza sin da ragazzo gli aveva infatti creato problemi alla schiena; la prevenzione agli infortuni si è materializzata in un regime messo a segno da Steve McGregor con lo scopo di potenziare il tronco e la parte inferiore del corpo del ragazzo, al fine di rendere il suo fisico più compatto e stabile.

La seconda: nonostante tutte le cure e le precauzioni, visto il reiterarsi degli acciacchi alla schiena, come già Phil Mickelson, Jason Dufner ed Edoardo Molinari prima di lui, anche Rory in persona ha puntato il dito contro probabili intolleranze alimentari.

“Prima di iniziare a discuterne – spiega Luca Spigno, medico chirurgo specialista in scienze dell’alimentazione presso la Casa di Cura Villa Montallegro a Genova- è bene però fare le dovute precisazioni. Esistono solo due vere intolleranze alimentari e si distinguono perché degli elementi nutritivi determinano sintomi gravi nei pazienti. Sono l’intolleranza al lattosio e quella al glutine, nota anche col nome di celiachia. In quest’ultimo caso, la parziale digestione delle molecole di glutine determina un danno alla mucosa intestinale con conseguenze serie, come l’alterazione anatomica della parete dell’intestino che si appiattisce e non permette il corretto assorbimento dei nutrienti, diventando così potenzialmente letale. È causata da una reazione alla gliadina, la proteina del glutine presente nel grano e in altri cereali come orzo, segale, farro e kamut. Dunque è una vera e propria malattia che a Villa Montallegro diagnostichiamo con un esame del sangue, oppure con una biopsia della mucosa duodenale. Va anche ricordato che in Italia la celiachia colpisce una persona su cento”.

Fortunatamente non sembra essere questo il caso di Rory…

“Direi proprio di no. Più facilmente, potrebbe essere ciò che oggi comunemente chiamiamo Abnorme Sensibilità al Glutine, oppure una classica intolleranza al lattosio. In entrambi i casi, i sintomi sono simili: cattiva digestione, senso di gonfiore, mal di testa, diarrea o stipsi. Potrebbero manifestarsi sintomi anche più subdoli, come la stanchezza cronica, un senso di affaticamento e, sì, anche dei dolori articolari”.

Ma come è possibile che il malassorbimento di certi alimenti crei problemi, chessò, alla spalla o al gomito di Rory?

“Una cattiva digestione li può facilmente causare, dal momento che aumenta lo stress ossidativo e dunque la presenza dei radicali liberi, che a loro volta interessano tutti i processi metabolici, tra cui la corretta funzione delle articolazioni tramite la produzione di collagene. Generalmente, i dolori articolari non sono un sintomo tipico, ma possono facilmente essere ricondotti all’intolleranza alimentare”.

Quindi se un golfista in campo avverte spesso un senso di affaticamento o continui dolori alle giunture può pensare a provare a risolverli con una dieta diversa?

“Sì. Ma prima della dieta, in entrambi i casi è bene avere una diagnosi corretta. Se si sospetta una possibile intolleranza al lattosio, si può effettuare il Breath Test, mentre per quanto riguarda l’Abnorme Sensibilità al Glutine, si può avere una diagnosi solo clinica. Comunque una dieta priva di lattosio e/o di glutine è la risposta migliore. Se i problemi ri riscontrano solo con quest’ultimo elemento, si consiglia di sostituirlo con il riso e il granoturco, cioè con il mais. Tra i prodotti più esotici, vanno bene la manioca, la quinoa, il miglio e il grano saraceno”.

Mi può fare allora un esempio di dieta “gluten free”?

“Consiglio una prima colazione con gallette di riso, miele e marmellata, latte di soia e yogurt alla frutta. A pranzo, riso con olio e parmigiano, petto di pollo con insalata e una mela; a cena, una passata di verdura, pesce al sale con patate lesse e una macedonia di frutta. Si può bere un bicchiere di vino rosso, ma, mi raccomando, non la birra che contiene frumento”.

Un’ultima domanda: esiste anche l’intolleranza alle persone?

“Sì: è decisamente molto diffusa e aumenta con l’età”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leave A Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *