Rory: sorry Dustin, sono io che tiro più forte

Ha compiuto 31 anni il 4 maggio nella sua casa in Florida, dove ha trascorso la quarantena con la moglie e dove si è allenato in palestra tutti i giorni. Adesso che mancano due giorni al rientro ufficiale in campo (domenica giocherà a Seminole un evento benefico, uno Skins Game, in coppia con Dustin Johnson contro Rickie Fowler e Matthew Wolff), Rory McIlroy ha fatto anche un salto al driving range e uno al telefono per rispondere a qualche domanda.

Come tutti noi sei stato a lungo a casa negli ultimi tempi: c’è qualcosa di cui hai riscoperto il valore?

“Sicuramente la pazienza. Ovviamente ho cercato di riempire al massimo le giornate. E facendolo mi sono accorto che stavo iniziando a riassaporare il gusto delle piccole cose, quelle che prima davo per scontate. Voglio dire, anche solo prepararmi il caffè appena alzato aveva un sapore diverso. Ecco, una volta che l’epidemia sarà finita, spero sinceramente di non perdere quest’attitudine”.

Ti sei allenato per il match di domenica, il Taylor Made driving and relief, ma il tuo coach Michael Bannon è nel Regno Unito. Come vi siete organizzati?

“A dirla tutta, ho praticato poco, anche se quando sono tornato in campo è stato bellissimo. Ma lo è stato soprattutto perché in quelle occasioni non ho mai davvero pensato a nulla di tecnico: ho solo giocato. Dopo il match in programma domenica, ricomincerò seriamente a praticare in vista dei primi tornei del Pga Tour. In ogni caso con Michael abbiamo lavorato da remoto, come tutti: gli ho inviato dei video dei miei swing. Tutto qua. E poi ne abbiamo discusso via Facetime”.

Cosa ti aspetti dal match di domenica?

“Beh, sono emozionato perché sarà la prima volta dopo due mesi che giocherò qualcosa di competitivo davanti alle telecamere. Immagino che con gli altri ragazzi ci punzecchieremo, anzi sono sicuro che io e DJ cercheremo di mettere sotto pressione Matthew, che è il più giovane e inesperto. Sarà divertente. E sarà bello ritrovarmi contro Rickie, col quale ho giocato per la prima volta nel 2007, in una Walker Cup”.

Dustin Johnson sarà il tuo compagno di doppio: quali aspetti del suo gioco ti piacciono di più?

“Non voglio che sembri poco rispettoso perché non è mia intenzione, ma adoro il fatto che a Dustin sembri non importare del golf. Riesce a scordarsi subito di un brutto score o di un colpo sbagliato. Le sue emozioni non cambiano mai troppo nel corso di un giro e se è vero che nel golf serve avere una memoria selettiva, beh, allora questa è la sua vera forza”.

Svelaci un segreto: chi tira più forte di voi due?

“Io. Ogni volta che gioco con lui mi devo ricordare che non si tratta di un driving contest, ma di fare un buon punteggio. E poi ogni volta iniziamo entrambi piano, e finiamo col cercare di superarci a ogni drive”.

Almeno nei primi 4 tornei del Pga Tour giocherete senza pubblico: è qualcosa che pensi ti possa influenzare in campo?

“Sarà la nuova normalità per un po’ e lo si fa per tenere tutti al sicuro. Penso anche che saremo così felici di tornare a gareggiare che non ci preoccuperemo dell’assenza dei tifosi. Certamente l’atmosfera sarà diversa senza 50.000 persone lungo il percorso, ma ciò non toglierà nulla all’integrità e alla qualità del gioco”.

Da agosto in poi si giocheranno 3 major, la Ryder Cup e i play off FedEx: sarà un periodo assai intenso. Come ti preparerai ad affontarlo?

“Cercherò di essere in forma fisicamente per quel tempo. A dire il vero mi sono guardato il documentario sulla vita di Michael Jordan, The Last Dance, e ho trovato interessante capire come lui si sia gestito la sua lunga carriera e come abbia sempre tenute alte le motivazioni. Cercherò di ricordarmelo. E poi quando l’epidemia è iniziata, stavo giocando veramente bene, quindi spero di ricominciare da dove avevo lasciato”.

Sentirai l’emozione domenica, nel corso del match?

“Assolutamente sì: è uno skins game e potrebbe succedere che la buca 18 valga 1 milione di dollari. Il che già da solo mette molta pressione, ma diventa ancora più complicato, perché giocheremo a favore di due diverse associazioni benefiche. Quindi, sì: l’intensità salirà a mano a mano che la partita andrà avanti”.

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