Se il golf diventa un gioco per fessi

Insomma, pare proprio si voglia dare una sterzata a questo golf che secondo molti ormai sa di naftalina.

Dopo gli esperimenti sull’European Tour sia con il torneo del GolfSixes 2017, sia con l’Austrian Open del 2018 quando entrerà in vigore la nuova regola che stringerà il numero di secondi a disposizione di ogni giocatore, e dopo la novità tra gli amateur del cosiddetto “ready golf”, anche sul Challenge Tour si sta studiando qualcosa di rivoluzionario che possa contrarre i tempi -a volte- infiniti del gioco.

Arriva infatti la proposta di organizzare nel 2018 un appuntamento del circuito cadetto dove i giocatori non patteranno più per il par, ma solo per il birdie o l’eagle.

L’idea è la seguente: copiando la formula di gioco della maggior parte delle pro am moderne, quella comunemente denominata “par friendly”, ogni concorrente non dovrà più pattare una volta che il putt per il birdie non è entrato. In buona sostanza, ogni par è “dato”, un “buona e buona” non si nega a nessuno e così si va alla prossima, nella speranza di centrare la buca con un colpo in meno.

Per quanto riguarda il punteggio, ogni birdie varrà due punti, l’eagle cinque e l’albatross otto; in più, in caso di imbucata da fuori green nelle ultime tre buche, il punteggio verrà raddoppiato.

Secondo gli organizzatori, giocando con questa formula all’ “attacco continuo”, si prevedono tempi di tre ore massimo per le 18 buche e, soprattutto, un thrilling mozzafiato fino all’ultimo colpo. Ma, dico io: il golf non è (o forse era) quella cosa che insegna a combattere i propri demoni continuando a sorridere? E, scusate, ma uno di quei demoni non è proprio la necessità di dover salvare il par da ogni angolo del pianeta? E, ancora: il golf non è (o forse era) anche un gioco di fine strategia, dove bisogna interpretare il campo, capendo dove e quando attaccare come se non ci fosse un domani e dove rassegnarsi a una melina soporifera?

Voglio dire: va bene modernizzare il gioco, va bene renderlo più adrenalinico, va bene velocizzare i tempi, ma, visto che in questo caso specifico stiamo discutendo del golf nella sua massima espressione, mi pare che ora si stia esagerando nello stravolgimento dello spirito stesso della competizione.

Anzi, sapete che c’è? C’è che a dirla fuori dai denti, questo desiderio di novità golfistica a tutti i costi mi comincia a suonare nei neuroni come fosse la campagna contro la Russia: nessuno vince, nessuno perde, e intanto noi, qui nel freddo del nord Italia, cerchiamo di capire se si tratti di introdurre mirabili astuzie o, piuttosto, di metamorfosizzare lo sport più bello del mondo in un gioco per fessi.

Comments

5 Comments
  1. posted by
    Flavia
    Nov 7, 2017 Reply

    I dont agree .

  2. posted by
    Daniele
    Nov 7, 2017 Reply

    Sono d’accordo con te
    È giusto modernizzarlo e in certi casi velocizzarlo,ma senza stravolgere o spettacolarizzare troppo questo sport che è fatto anche di attese,disciplinae regole che permettono comunque di renderlo diverso da tutti gli altri sport
    I

  3. posted by
    Marco Faedo
    Nov 7, 2017 Reply

    premesso che non amo il gioco lento, io gioco per rilassarmi, per potermi concentrare sul colpo ed – in sintesi – per divertirmi.
    se devo correre ad ogni costo per permettere di “stipare” un maggior numero di giocatori sul campo, allora preferisco cercarmi un’alternativa.

  4. posted by
    lorenzo marconi
    Nov 8, 2017 Reply

    condivido il pensiero. la bellezza di uno sport risiede spesso nella sua essenza originale, mentre le modifiche sanno più di maquillage di marketing un pò fine a stesso purtroppo.

  5. posted by
    giordano sammuri
    Nov 9, 2017 Reply

    non posso giudicare tale regolamento sopra citato,ho scoperto il golf alla eta di 66 anni dopo essere andato in pensione per me è uno sport meraviglioso all’aria aperta in mezzo al verde,devi combattere con una pallina

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