10 cose da ricordare di questo 2017

 

  • L’amicizia. Quella vera. Quella che fa bene al cuore e all’anima. E pure allo swing. Quella, insomma, tra Giordanello Spiethato, Riccardino Fowler e Giustino Thomas. Che tra loro hanno fatto ganga e si sono spinti l’un con l’altro nel tentativo di migliorarsi ogni giorno: uno per tutti e tutti per uno nel golf esiste, negli altri sport, non saprei;
  • La resurrezione. Quella di Tigerone a Bahamas. Che ci ha mostrato che ciascuno di noi dentro di sé almeno una volta nella vita ha pensato “non ce la farò”, e che invece ce la può fare. Ognuno a modo suo;
  • La spensieratezza. Quella solare di Renatino Paratore. Quella con cui il romano ha vinto al Nordea Masters. E che è sempre preferibile all’introspezione;
  • Il tappeto. Quello sotto il quale Rory McRory ha nascosto tutti i suoi problemi fisici e mentali di questo 2017 golfisticamente disgraziato. Solo che i problemi non sono polvere che vola via: i problemi restano come macigni se non si affrontano adeguatamente;
  • La confessione. Quella di Billy Horschel, che ha raccontato del tunnel dell’alcolismo nel quale era sprofondata la moglie e dal quale è uscita, anzi, sono usciti, con forza. Perché, ricordiamocelo: è più facile sorridere col volto, che con il pensiero;
  • Le regole. Quelle modificate che dal 2019 dovrebbero rendere il gioco più abbordabile e intuitivo per tutti, manco fosse un Iphone. Solo USGA e R&A potevano farlo, perché per rompere le regole, prima bisogna conoscerle bene;
  • L’impossibile fattibile. Se qualcosa sembra impossibile, allora si può fare. Ce lo ha dimostrato Giordanello Spiethato Spieth all’Open Championship con quello storico bogey miracolosamente salvato dal campo pratica;
  • Le probabilità. La matematica ce lo dimostra: se la probabilità di un evento non è uguale a zero, esso accadrà, un giorno o l’altro. Vedi Sergione Garcia al Masters: perché in fondo nell’universo infinito in cui bazzichiamo, pochissimi sono gli eventi non hanno alcuna possibilità di accadere;
  • L’ego. Quello che bisognerebbe saper mettere da parte. Ne sanno qualcosa Johnny Miller e Brandel Chamblee, entrambi con un passato da campioni e un presente da contestati analisti televisivi
  • Gli algoritmi. Che stanno tracciando un mondo nuovo, tracciabile, misurabile e prevedibile. Ma che ancora non ce la fanno a fregare il golf.

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