+ VALORE SPORTIVO, – VALORE DEL RISULTATO

A conclusione della stagione 2016, desidero parlarvi di attività giovanile, un tema che mi sta a cuore, perché sono dell’opinione che il golf dei giovani rappresenti per i circoli la più importante risorsa, nonché il motore più potente non solo in un’ottica del presente, quanto anche e soprattutto in quella del futuro.

Ora: dicembre è il mese in cui si stilano i bilanci e soprattutto è il mese in cui si mettono nero su bianco le cifre.

Bene: vi bastino pochi numeri del nostro golf giovanile. Vi bastino quelli relativi agli under 12, il nostro bacino junior più importante: su 4.500 tesserati totali, solo 2.600 svolgono una qualsiasi attività agonistica all’interno di uno dei 152 Club dei Giovani sparsi lungo lo Stivale, e di questi 2.600 solo 446 sono inseriti all’interno del ranking nazionale di categoria. Meno del 10% del totale: una miseria, soprattutto se si considera che le sole Lombardia e Piemonte hanno in campo il 50% di questi 446 ragazzi e che per essere inseriti all’interno del ranking under 12 basta partecipare a un’unica gara del calendario giovanile.

Tanti ovviamente sono i motivi dietro questa emorragia di partecipazione: innanzi tutto le normali cause fisiologiche, quindi la crisi economica che non smette di mordere, e infine il declino che tutte le attività all’aria aperta stanno vivendo, soppiantate da quelli che definirei i “giochi di pollice” (social network, Playstation ecc).

Ma non solo.

La verità è che se le cifre legate al golf dei più piccoli sono ferme o in calo dal 2008 è anche perché i calendari agonistici under 12/14/16 hanno perso smalto e appeal.

Il problema va affrontato e qualcosa si sta studiando. Soprattutto in tema di ranking, oggi troppo claustrofobici, verticistici e poco invitanti: ne sapremo qualcosa di più nei primi mesi dell’anno prossimo. Nel frattempo, in attesa delle annunciate modifiche normative, ciò che appare evidente è la necessità di un cambio deciso di mentalità sportiva all’interno della stessa attività giovanile: lo scopo dei ranking (soprattutto di quelli dei più piccoli) deve tornare a essere quello di dare importanza al proprio miglioramento personale e non al raffronto con gli avversari di categoria.

Attraverso i club dei giovani, che devono servire da filtro tra genitori e i figli, è necessario creare un ambiente positivo intorno ai ragazzi, che invece mai come oggi paiono concentrati sul valore del risultato più che su quello sportivo.

Occorre quindi ripristinare quel confronto continuo e costruttivo che pare essersi smarrito lungo la strada tra la Fig a Roma e chi si occupa di junior a livello di circolo.

E ancora: se 4.500 sono i tesserati under 12 e 2.600 quelli che praticano una qualsivoglia attività agonistica, bisogna magari iniziare finalmente a chiedersi sia a livello federale, ma anche e soprattutto a livello di club, che fine hanno fatto i restanti 1.900 ragazzini, per andarli poi a recuperare, scovando politiche motivazionali e di incentivo sportivo.

Infine, un monito ai genitori, che troppo spesso paiono impegnati a sostituire le fantasie dei propri figli con le dannose proiezioni future tipiche degli adulti: lasciate per favore che i vostri ragazzi si occupino di golf, non che se ne preoccupino.

(da Golf & Turismo dicembre 2016)

 

 

 

 

 

 

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