Ecco i miracoli alimentari per lo swing

A tutti i livelli, professionali da Tour e neurolabili da week end, il golf richiede sempre e comunque un impegno prolungato nel tempo della coordinazione neuro-muscolare.

Inutile aggiungere che questo sforzo si verticalizza paurosamente nel corso delle 18 buchelle estive, quando ogni golfista in azione sul campo è costretto a boccheggiare nell’afa e pure sotto il solleone per cinque ore abbondanti.

Ora: in questo caso, sia che il giocatore sia un fenomeno del circuito o uno smazzatore seriale da circolo, un’alimentazione corretta e bilanciata può essere grandemente d’aiuto per il risultato finale e, più in generale, per la salute stessa.

“Ovviamente –spiega la dottoressa Marcella Lombardi, affermata nutrizionista e dietista – non esiste un alimento miracoloso che ci faccia swingare meglio, ma esistono delle SANE ABITUDINI che, se rispettate nel corso della giornata, possono aiutarci a migliorare le nostre prestazioni”.

Inutile a dirsi, ma in estate lo scopo principale è innanzi tutto evitare la sindrome della disidratazione: “Sotto il sole –continua la dottoressa Lombardi – perdiamo una grande quantità di liquidi allo scopo di raggiungere una termoregolazione corporea: il nostro fisico reagisce facendoci sudare, ma così facendo elimina i sali minerali necessari ai muscoli e al loro corretto funzionamento”.

E dunque? “Se siamo in carenza di liquidi, rischiamo i crampi, un generale senso di spossatezza, una mancanza di lucidità, fino ad arrivare ad avere il battito cardiaco accelerato e, nei casi più gravi, un vero e proprio collasso”.

Cosa bisogna fare allora? “Bere, ovviamente, ma BERE PRIMA CHE ARRIVI LA SETE, che è già di per sé un segnale di allarme. I muscoli si nutrono di acqua: se sudando perdiamo i sali, aumentiamo la concentrazione di sodio nel nostro sangue, il che a sua volta porta a una maggiore richiesta di ossigeno da parte del fisico. Finiamo così per trattenere i liquidi, danneggiando la termo-regolamentazione corporale. Quindi consiglio di avere sempre in sacca almeno UN LITRO E MEZZO DI ACQUA, magari aggiungendovi magnesio e potassio”.

Altri consigli? “Nel gran caldo, può essere utile alla buvette METTERE I POLSI SOTTO L’ACQUA FRESCA e avere un asciugamano bagnato da poggiare sulla fronte per qualche secondo: entrambi questi espedienti aiutano a ridurre la temperatura corporea in breve tempo”.

Ok, adesso veniamo all’alimentazione vera e propria…: “Qui lo scopo numero uno –continua Marcella Lombardi- è avere una dieta bilanciata e non troppo ricca di zuccheri, per  evitare che nello sforzo prolungato  i muscoli utilizzino solo i glucidi, riducendo così la possibilità di sfruttare l’ossidazione dei corpi chetonici, cioè delle proteine, e dei grassi”.

Tradotto che significa? “Che è necessario avere in corpo le giuste dosi di acidi grassi e corpi chetonici: gli zuccheri devono essere bruciati solo per ultimi”.

Allora proviamo a immaginare un’alimentazione  per il golfista a partire dalla prima colazione: “Alla mattina consiglio una bevanda (il latte solo per chi è abituato), dei cereali, magari del pane integrale con della marmellata, e, soprattutto quando fa caldo, delle CENTRIFUGHE DI FRUTTA E VERDURA PER SOPPERIRE LA PERDITA DI VITAMINA B1 E C”.

Se si ha il tee time presto, cosa è meglio mangiare in campo? “Eviterei i panini, mentre è sempre consigliabile avere in sacca una banana, dei mix di FRUTTA DISIDRATA il cui zucchero può essere subito disponibile come energia, e di FRUTTA SECCA (mandorle, nocciole e noci), perché ricca di acidi grassi a lento rilascio. Quindi portatevi delle proteine, che vi serviranno a modulare l’utilizzo muscolare degli zuccheri: penso a dei CUBETTI DI PARMIGIANO, degli INTEGRATORI e a un UOVO SODO da mangiare alla sosta della buca 9”.

E se invece il tee time è intorno all’ora di pranzo? “Allora bisogna organizzare un pasto almeno DUE ORE PRIMA DI GIOCARE, per non trovarsi in campo nel bel mezzo dell’attività del processo digestivo. Consiglio un piccolo piatto di PASTA CONDITA CON OLIO O BURRO: i grassi a catena media si metabolizzano più rapidamente. E poi, ovviamente, un po’ di VERDURA che serve alla reintegrazione idrica del corpo: attraverso le fibre, le verdure aiutano il trasporto cellulare delle sostanze nutrienti”.

E dopo le 18 buche? “Non bisogna mangiare subito, perché il fisico è affaticato e stressato; meglio iniziare reintegrando i liquidi persi con dei SUCCHI DI FRUTTA, per evitare l’acidosi muscolare da fatica. Poi, a cena, un pasto proteico privilegiando le CARNI BIANCHE, più la solita verdura e la frutta, in particolar modo MELONE E ANGURIA che sono reidratanti”.

 

 

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