Cara piccola golfista….

Era un sabato di qualche settimana fa. Erano le 7,30 della mattina, quando, nonostante l’orario impastato, ho ricevuto la telefonata più tenera dell’anno.

Dall’altro capo del cellulare c’era una golfista tredicenne che, col cuore in mano, un po’ intimorita ma per niente imbarazzata, mi chiedeva un consiglio lampo per la garetta giovanile che avrebbe dovuto affrontare da lì a qualche ora.

Era ansiosa, preoccupata, impaurita e troppo concentrata sul risultato a breve termine. In buona sostanza, versava in un ingorgo mentale che nessuna ragazzina, che si appropinqua a salire sul tee facendo sega a scuola, dovrebbe affrontare. Soprattutto a quell’età.

Non le ho dato nessun consiglio, piuttosto le ho spalmato, a mo’ di balsamo lenitivo sull’autostima, qualche incoraggiamento semplice, semplice. Era come se le stessi dando una pacca sulla spalla, rassicurandola manco fossimo in uno spot Loréal: tutto andrà bene, perché tu vali.

Mi ha risposto che in vita sua mai nessuno l’aveva mai spronata così, a che, anzi, il mondo pareva sempre darle contro.

Ora, io vorrei dire qualcos’altro a quella tredicenne. Qualcosa che non ho avuto il tempo di spiegarle quel giorno.

Vorrei spiegarle che imparerà presto a sue spese che tutti, anche i grandi, passano la vita a correre.

Corriamo lontano dai problemi e dalle seccature, dal passato e dal presente, dai guai e dai ricordi, dalle bollette scadute e dai conti da pagare. Corriamo lontano soprattutto dalla verità.

L’aspetto assurdo è che è solo alla fine della corsa che impariamo che il mondo ci restituisce non ciò che vogliamo, ma il riflesso di ciò che siamo. La paura. Il desiderio di scansarci. Il rimpianto.

E  così, dopo  aver trascorso una buona fetta della nostra esistenza a scappare in un altrove non meglio specificato che tanto il presente non ci va mai bene, ci fermiamo e all’improvviso realizziamo che il problema non era nella verità che avevamo di fronte e dalla quale avremmo voluto allontanarci, ma piuttosto era  in chi era capace di farci sentire male riguardo a essa.

Ma sai che c’è? C’è che tu hai tutto il tempo del mondo per capire  che la gioia può superare la paura e che l’orgoglio può prevalere sul dolore. Che ciò che ci fa sentire diversi, è ciò che ci rende magici. Che non bisognerebbe mai permettere agli altri di poter spegnere la nostra scintilla. Che non si dovrebbe mai permettere a nessuno di dirci che non siamo all’altezza. E soprattutto che bisognerebbe smetterla di correre a nasconderci negli armadi, ma piuttosto essere in grado di fermarci e di urlare al mondo: io sono qui. E sono felice, perché valgo.

 

Comments

2 Comments
  1. posted by
    Carlo de Rysky
    Oct 18, 2017 Reply

    Cara Isabella, seguendo mia figlia sto scoprendo come sia difficile per voi donne. Vi trovate sempre in un mondo che, nel migliore dei casi senza rendersene conto, vi rema contro. Chi riesce è un eroina di ferro.

    • posted by
      Isabella Calogero
      Oct 23, 2017 Reply

      ma non mi dire?!!!!!!!!

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