Cerchi una Titleist? Troverai una Pinnacle: le grandi leggi che regolano il golf

Comincio seriamente a pensare che il golf dei professionisti e quello di noi swingatori neurolabili siano governati da leggi fisiche totalmente diverse.

Come swingassimo in universi paralleli che però non si sfiorano mai, tra noi e i pro c’è un’evidente galassia di fairway di cui neppure Newton o Einstein sospettavano l’esistenza.

Loro parlano di rivoluzioni della palla, noi della rivoluzione che vorremmo nella nostra vita; loro discettano di angolo d’attacco, noi dell’attacco della Roma; loro ascoltano il Trackman, noi Fiorello; loro calcolano lo spin rate, noi quante rate ci mancano per estinguere il mutuo.

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Ma, soprattutto, se i pro vivono in un universo golfistico perfettamente regolato da specifiche leggi fisiche tracciate dall’oracolo del Trackman, noi neurolabili dello swing al contrario pascoliamo in un caos universale e primordiale, nel quale pochissime sono le certezze garantite.

Tra queste, si segnalano:

  • si hanno il 10 % di possibilità di centrare un fairway di 30 metri e il 90% di possibilità di centrare un ramo dal diametro di 4 centimetri;
  • il gruppo di 4 golfisti che supera il tuo tee time sarà sempre molto più lento di quando ti giocava alle spalle;
  • quando una pallina atterra su un green con l’asta sopra a un gradino avrà un backspin 10 volte superiore a quello che ha quando atterra su un green piatto con l’asta corta;
  • se patti da 30 centimetri con una mano e senza aver marcato, avrai il 99% delle possibilità di imbucare; al contrario, se patti dalla stessa distanza ma con due mani e dopo aver marcato, quelle possibilità calano al 60%;
  • se cerchi una Titleist, trovi una Pinnacle;
  • se sogni di fare 180 metri con un ferro, li farai dal bunker del bordo green;
  • se il vento soffia forte da sinistra a destra, dal tee colpirai uno slice affettato da macellaio; se al contrario il vento soffia da destra a sinistra, sarà un gancione-cielo a uscire dalle tue manine delicate;
  • se sei così disperato da tirare una provvisoria, significa che è definitiva;
  • se alla 18 patti da due metri per vincere il match play, ripatterai da un metro per pareggiare.

Insomma, l’avrete capito: a differenza dell’universo scientifico e previsionale dei pro, in quello di noi swingatori neurolabili, l’incertezza è la condizione esistenziale in cui stare. Ma, tutto sommato, non è detto che non ci si possa anche divertire, raga.

 

 

 

 

 

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