Cliccaci sopra e sarà vero

Esco or ora da una riunione con un affermato media account, le cui chiacchiere mi hanno letteralmente scioccato.

Ora: sarà la contemporaneità del caso del Russiangate che sta infiammando la Casa Bianca, saranno gli articoli del Corsera riguardanti gli Stati Uniti che ho appena finito di leggere, sarà quello che ho imparato nella riunione di oggi circa il mondo dei social network, insomma, sarà quello che sarà, ma, raga, una cosa l’ho intuita. E cioè, che la fine del mondo, per come lo conosciamo noi, è vicina, ed è per somma di minuti trascorsi su Facebook e simili.

Se da una parte sulla carta stampata e online si ipotizza che, attraverso i social network e con pubblicità fasulle indirizzate a gruppi mirati di utenti, un avversario straniero –la Russia- abbia interferito in modo diretto e aggressivo nel processo politico di un altro paese –gli States- mirando a minare il sistema democratico, dall’altra la mia ingenuità ha subito un altro colpo durissimo quando oggi ho scoperto che esistono agenzie media che non solo sono in grado di stabilire quali siano gli atteggiamenti più “popolari” rispetto a una certa notizia grazie allo studio compulsivo dei commenti ai post nelle pagine FB come The Bogey Blonde, ma che, in base a questi stessi studi, queste stesse agenzie sono anche capaci di suggerirti quali siano i “toni più consoni” da tenere negli articoli, al fine di farti ottenere il maggior numero di like e di condivisioni, con buona pace del tuo modo di pensare.

Tradotto: attraverso i social, si viaggia spediti verso un mondo nel quale non conta più che una cosa sia vera, ma piuttosto che questa stessa cosa spinga il pubblico a cliccarci sopra, a mettere un like e a condividerla.

Morale: un tempo si diceva che la verità era scomoda; oggi si sostiene che deve essere condivisibile. Non conta più la verità e non conta neppure più la tua personale opinione. Conta esclusivamente che ciò che pubblichi sia quello che la gente desideri sentirsi dire e che il pubblico si senta orientato sulla stessa lunghezza d’onda di chi scrive.

La rivoluzione digitale ha mescolato le carte: tutti oggi hanno il loro mazzo e il risultato è una sovrapposizione di verità, quindi un’impennata dell’offerta, forse un calo della domanda, sicuramente una diminuzione del valore.

Per questo motivo oggi la verità vale meno di un like: è una merce svalutata, perché l’umanità moderna non è più interessata a conoscere il vero, ma semmai brama di avere ragione e di trovare la conferma delle proprie opinioni.

Sono dunque preistoria i tempi in cui Eraclito poteva sostenere che “non si troverà mai la verità se non si è disposti ad accettare ciò che non ci si aspettava di trovare”. Oggi sappiamo cosa vogliamo sapere e online cerchiamo sempre e solo questo.

Scriveva Sant’Agostino nelle Confessioni: “la verità sta di fronte a tutti, ma non tutti la odono chiaramente, anche se lei, a chi la consulta, risponde chiaramente”. Il problema, caro Sant’Agostino, è che oggi sempre meno gente consulta la verità, ma sempre più gente consulta i post di Facebook. E, in tutta onestà, a me questa cosa inizia a fare paura, anche se alla fine aggiorno semplicemente una stupida pagina di golf.

Comments

3 Comments
  1. posted by
    Antonio
    Oct 31, 2017 Reply

    Oggi siamo profondi bionda! Perfino Sant’Agostino abbiamo scomodato… però complimenti un bel saggio di cultura umanistica che non mi aspettavo. Ed una bella analisi della situazione: di merda!

  2. posted by
    Miki
    Oct 31, 2017 Reply

    Troppo stupidi per distinguere la verita’ , quindi e’ vero quello che piu’ viene diffuso…

  3. posted by
    Marco
    Nov 1, 2017 Reply

    Ciao! Concordo con te e sottoscrivo il concetto emerso nell’articolo! C’è da dire che un tempo già i giornali,chi scriveva gli articoli,esprimeva un suo pensiero e/o opinione su fatti o situazioni! E’ noto che determinati giornali e tv sono di una certa impronta politica! Molto spesso c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi mezzo vuoto…..io mi son sempre chiesto che fine ha fatto il mezzo bicchiere che comunque non c’è e che nessuno che mi dice dove è andato!!!! Certo il web ,social ecc hanno velocizzato esponenzialmente la velocità con cui notizie vere e false arrivano alla gente…ed è sempre più difficile capire la differenza tra vero e falso! Quello che ho capito in questi anni, anche per esperienze nel mio lavoro è che la gente non si parla più direttamente, moliti pur non direttamente non si accorgono del fatto che non hanno autostima di se stessi, dei propri pensieri e opinioni, per cui cercano nei social , internet…qualcosa che li rassicuri, che li faccia sentire non soli ma appartenenti ad un tipo o l’altro di società….possibilmente quella più numerosa, sinonimo di più giusta,forte,democratica,……più pecoroni!

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