Coltivare il pensiero critico, grazie

Tempo fa ho scritto su questa pagina Facebook che cominciavo a temere che la causa prima del mancato sviluppo del golf italiano fossimo proprio noi. Noi che il golf già lo giochiamo.

Bene: desiderando aggiornarvi circa il mio stato d’animo sulla questione, vi comunico che oggi non nutro più alcun dubbio. È così.

Voglio dire: il 13 dicembre scorso, tre mesi fa, la Fig ci ha fatto il più bel regalo della storia del golf azzurro. Ci ha fatto trovare sotto l’albero di Natale la Ryder Cup 2022.

A poche ore dalla vittoria, da parte di ogni golfista dello Stivale sono seguiti, nell’ordine:

gioia incontenibile,

felicità assurda,

incitamenti da stadio,

enormi propositi,

progetti ambiziosi,

pensieri in grandissima.

Poi più niente. Lo zero assoluto. Il vuoto cosmico. Insomma, come sostengono a Roma: “dimo, dimo, nun famo mai”.

Cioè: mentre la Federazione prosegue nel suo lungo, intricato, complesso nonché oneroso cammino organizzativo, mentre il presidente gira in lungo e in largo la penisola spronando gli addetti ai lavori, noi che si fa?

Nulla.

Stiamo sereni nei nostri vecchi circoli con i conti in rosso, dove coltiviamo le lamentele, coltiviamo la bermuda grass, coltiviamo le nostre zolle, coltiviamo il nostro swing balengo, ma mai che coltiviamo un pensiero critico.

Tradotto: a tre mesi dalla vittoria storica, non ho trovato un circolo che nel proprio sito internet abbia avuto la brillante idea di mettere in home page un link a Rome 2022.

Che sarà mai, vi chiederete voi? Niente, poco, ma si chiama comunicazione. O, se preferite, chiamatelo semplicemente rispetto per un risultato storico.

Non solo: il 29 febbraio la Fig ha inviato a tutti i club una circolare importantissima in cui si lancia il progetto per neo-golfisti battezzato “Golf a 99 Euro”.

In sostanza, copiando con successo quanto già fatto nei mesi scorsi dal Golf Le Fonti, da oggi, chiunque voglia iniziare da zero il suo percorso golfistico, con 99euro avrà la possibilità per 3 mesi di frequentare la club house del circolo che ha scelto, di avere tot. ore di lezioni collettive con un maestro Pgai, di poter sostenere l’esame per l’handicap 54. Al termine dei 3 mesi, potrà decidere cosa fare: se smettere, o continuare facendosi socio al club magari con una tariffa minima, o, ancora, se diventare un tesserato libero a 75 euro annui.

Inutile dire: al netto del solito Golf Le Fonti che l’ha pure comunicata via Facebook, non ho trovato un solo circolo che nel suo sito abbia messo in bella mostra la notizia.

Ed è un peccato. Perché lo sviluppo del golf, se non è ancora chiaro, passa anche e soprattutto da queste cose. Passa dalla promozione e dalla comunicazione.

Certo, passa anche attraverso i propri campioni, ma sfiga vuole che nel momento in cui l’Italia ha ottenuto il suo massimo successo internazionale –la Ryder Cup a Roma- per la prima volta negli ultimi 15 anni i nostri campioni siano tutti col fiato cortissimo.

Morale: l’esperienza mi ha insegnato che se tra la speranza e il rimpianto passa un soffio, è proprio in quel minuscolo refolo che scorre la maggior parte della nostra esistenza. Ecco: per non restare solo con un pugno di rimpianti golfistici in mano, facciamo allora tutti in modo che in quel pertugio scorra anche un pensiero critico, ogni tanto.

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