Covid19, il Pga Tour adesso trema

Soprattutto in tempi di pandemia come questi, ognuno di noi dovrebbe avere un sé che ci impedisca di fare cazzate. E invece.

E invece, come ormai è noto, venerdì scorso Nick Watney e il Pga Tour si sono messi di concerto per (forse, ma speriamo di no) creare qualche grosso guaio, e non a Chinatown come nel film famoso, ma sull’intero circuito americano appena ripresosi dal lockdwon.

Cos’è successo è vergato sul manuale delle 10 cose da NON fare in caso di sintomi da Covid: venerdì mattina il buon Nick avverte via telefono i dirigenti del Tour che si sente poco bene; come da protocollo sanitario, gli officials gli inviano immediatamente il medico per un tampone, ma nel mentre, come da protocolli, allo stesso Nick è permesso recarsi al sito del torneo in corso (l’RBC, vinto da Webb Simpson NDR) per scaldarsi prima dell’eventuale teetime.

Nick Watney

Morale: il tampone dà esito positivo, Nick ha il Covid ed è subito quarantenato con la famiglia e con il caddie in South Carolina.

Epperò, c’è un però: recandosi al campo, mentre attendeva gli esiti degli esami, Watney ha chiacchierato con Rory McIlroy, con Brooks Koepka e chissà con quanti altri colleghi.

Risultato: sono almeno 11 i giocatori entrati in contatto con lui in quella giornata. Tutta gente che, per carità, è sicuramente stata ritestata alla fine del torneo insieme all’intero field (come da protocolli) e per ora, fortunatamente parrebbe essere tutto ok. Ma abbiamo tutti imparato sulla nostra pelle che esiste un maledettissimo periodo di incubazione di 14 giorni nel quale i falsi negativi rendono la vita, già incasinata di suo, ancora più incasinata del solito: dunque, a sua insaputa, Watney potrebbe portarsi questo virus in giro da un bel po’ di giorni e, nel mentre, aver incrinato la fragile bolla sanitaria sulla quale il Tour sta in piedi.

Come ripetono i giocatori, non era da domandarsi se il fattaccio sarebbe successo, ma solo quando; ora il D-Day è scoccato ed è dunque inutile girarci intorno: i prossimi 10/14 giorni saranno decisivi per capire se la suddetta bolla del Pga Tour resiste o scoppia per aria. Nel frattempo Rory, Brooks e pure Sergio Garcia, col quale Watney ha volato da un torneo all’altro, incrociano le dita e sperano. E, sinceramente, lo facciamo pure noi per tutti loro.

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