Da nord a sud, viva il golf!

Come direbbe il Manzoni, “Scoppiò da Scilla al Tanai, dall’uno all’altro mar”: da nord a sud, da est a ovest, quest’oggi il ritorno sul green dei golfisti neurolabili da weekend è stato un’ode nazionale e sincopata alla flappa imperiale.

Si narra ovunque di fairway (e soprattutto di rough) presi d’assalto: dall’Abruzzo alla Lombardia, pattuglie di 120/180 swingatori disciplinati e ordinati hanno smazzato in lungo e in largo in quei circoli che hanno potuto riaprire grazie alle specifiche ordinanze regionali firmate dai Governatori.

Gli altri, quelli che attendono impazienti e abbracciati alla sacca la riapertura prossima dei propri club, dicono di sentirsi come “foruncolosi adolescenti alla vigilia della prima gita di classe mista: con ormoni a scroscio”. Questo è il mood dilagante.

“Eravamo tutti in silenzio, ma pieni di gioia anche se ci mancava il terzo tempo”, fanno sapere dal Veneto, dove la mancanza dello Spritz alla fine delle 18 buchelle si fa sentire pressante come le zanne di Gattuso sulle caviglie, ma tant’è… tutto è filato liscio anche da astemi, con il distanziamento sempre rispettato e con le norme igieniche più studiate delle regole di Saint Andrews.

“E’ stata una giornata fantastica e i soci sono stati incredibili, assolutamente perfetti” racconta al telefono un entusiasta Ivano Serrantoni, presidente de Le Fonti, che ha riaperto i battenti sotto il sole di questo sabato invitante.

“Nei giorni scorsi -continua Serrantoni- abbiamo anche avuto i controlli da parte di tre finanzieri che volevano sincerarsi della bontà dei nostri protocolli sanitari: dopo che hanno riscontrato che fosse tutto ok, hanno deciso di tesserarsi”: that’s Italy, baby.

“Confermo quanto dice Serrantoni –ribatte da Franciacorta Carlo Borghi- la felicità dei soci, la scorrevolezza del gioco e il rispetto delle norme sono stati tangibili. Anzi, mi spingo a ipotizzare che questi due mesi terribili siano serviti a moralizzare ulteriormente l’atteggiamento dei golfisti, che voglio ringraziare per la serietà e l’attenzione messe in mostra in campo”.

Ritrovata la compostezza simil-british del gioco, può essere che nel mentre si sia perso però il timing dello swing, ma per quello si può sempre incolpare la mascherina: oggi in campo tutti la indossavano.

Viva il golf.

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