Giulia Sergas, i maschi? Si battono con l’effetto sorpresa

In generale, come si battono i maschi? Ma, soprattutto, se si è donne, come si può vincere una sfida contro i golfisti uomini?

La domanda non solo è lecita, ma, soprattutto, se si è swingatori appassionati, è estremamente d’attualità, visto il claim che ruota intorno all’evento golfistico più innovativo dell’anno, quel “Women versus Men” che andrà in scena il 21 settembre sui green del Golf Della Montecchia.

3A90F0DE-406B-48E8-A6A6-42B5CC48738D

 

“Per quella data –spiega Giulia Sergas, che di questa manifestazione è l’anima – abbiamo voluto organizzare una vera celebrazione del golf. Si tratta di un evento che si chiama Donne contro Uomini. Ma il nostro scopo non è far polemica, giammai. Piuttosto desideriamo rendere giustizia allo spirito del gioco, sfruttando il campo con tutti i suoi tee di partenza. Stiamo allestendo otto diverse categorie di match play in cui un pro o un amateur sfideranno una proette o una dilettante. Per esempio: Costantino Rocca affronterà Federica Dassù nella sezione senior. Ma, attenzione, entrambi giocheranno dai tee che competono loro: gialli per Tino e rossi per Fede. E ancora: Guido Migliozzi giocherà contro una proette della sua età, ma lo farà concedendo alla sua avversaria di draivare dai tee che le spettano. E così via, fino alla categoria U.S. Kids, dove un bambino di 8 anni gareggerà contro una bambina della stessa età. Ora: così facendo, non credi anche tu che lo spettacolo sportivo ne possa giovare?”.

IMG_4538
Giulia Sergas

Assolutamente sì, ma da donna non posso non chiederti: come si fa a battere un uomo?

“Ahahahahaha! A dire il vero, non ci ho ancora pensato. Però, aspetta un momento: credo lo si possa fare sfruttando il fattore sorpresa. La verità è che i maschi non si aspettano mai di perdere. E soprattutto non conoscono la competitività di cui è capace una donna su un campo da golf”.

Ora, si sa che il golf è uno sport che unisce. Voglio dire, la nostra è l’unica disciplina al mondo nella quale, grazie all’handicap e ai diversi colori dei tee di partenza, le barriere anagrafiche e quelle delle differenze dei sessi restano comodamente fuori dai cancelli dei club.

Tutti possono giocare con tutti e tutti possono vincere contro chiunque, in una sfida eterna che si ravviva ogni giorno dalla notte dei tempi di Saint Andrews e che non conosce limiti.

Anzi, a dire il vero, nel gioco del golf gli unici limiti sono quelli che ci impone la nostra fantasia. Ma, allo stesso tempo, se l’immaginazione è vasta e senza preconcetti come quella di Giulia Sergas, allora lo spettacolo che questo sport può e sa offrirci si può trasformare in un paese delle meraviglie.

“Da giocatrice di Tour – continua Giulia – per anni e anni ho girato il mondo e i campi più belli, mettendomi alla prova nei tornei più prestigiosi del circuito. Ed è proprio in quei frangenti che mi sono accorta di un aspetto singolare”.

IMG_5226
Giulia Sergas

E cioè?

“Beh, mi sono accorta che la vera peculiarità del golf, ovvero la sua straordinaria capacità aggregante, non è sufficientemente valorizzata. Tutti amiamo ripeterci all’infinito che il nostro sport sa unire le età e i sessi, ma di fatto finora si è sfruttata assai poco questa possibilità”.

In che senso, scusa?

“Ti faccio un esempio. Quando nel 2003 Annika Sorenstam fu invitata a giocare il Colonial con i pro del Pga Tour, fu costretta a disputare il torneo dagli stessi tee dei maschi. Secondo me fu una follia, un qualcosa che andava contro lo spirito di questo gioco, che sappiamo bene che invece per la sua natura vuole poter dare a tutti le stesse possibilità”.

F1D4D9DF-FB94-4EF9-B4AD-2A2F85CD3938
Annika Sorenstam

Spiegati meglio, per favore…

“Vedi, se per caso in quell’occasione la Sorenstam avesse giocato male – e ti giuro che da quei battitori per una donna è un’impresa mostruosa confezionare uno score- ne avrebbe risentito tutto il movimento golfistico femminile. Annika fu messa insomma in una posizione di enorme e inutile stress, costretta a caricarsi sulle spalle tutta la pressione e la credibilità dei circuiti professionistici femminili. La stessa, identica situazione si ripete oggi, seppur a distanza di quindici anni, con Brittany Lincicome che questa settimana è invitata a disputare il Barbasol Championship sul Pga Tour, o con Laura Davies, che a giugno ha giocato (benissimo) un torneo del Senior Tour europeo”.

Oggi come allora, stessi tee bianchi?

“Esatto. E in tutta onestà, mi chiedo per quale motivo. Noi donne siamo diverse dagli uomini, lo sappiamo e non ce ne vergogniamo affatto e oltretutto il golf riconosce benissimo queste differenze. Perché allora non se ne può tener conto? In fondo anche lo spettacolo sportivo ed emozionale ne guadagnerebbe assai”.

Insomma, stai rivendicando pari diritti in green per uomini e donne…

“Non esattamente. Non voglio dividere e non voglio rivendicare nulla. Semmai con l’evento in programma al Golf della Montecchia vogliamo provare a unire e soprattutto a mostrare quanto sia meraviglioso il golf in tutte le sue categorie di gioco”.

E dunque nasce da quest’amore infinito per il golf il Women versus Men…

“Precisamente. Con lo staff della Montecchia ci siamo chiesti cosa si poteva fare per mostrare anche a chi non pratica il nostro sport quanto sia aggregante e familiare il gioco del golf. Mettere in campo donne e uomini, uniti in una sana competizione alla pari, ci è sembrata un’ottima idea”.

Un’ultima domanda, ma rispondi per favore con la stessa franchezza che hai avuto finora. La tua esperienza cosa ti suggerisce per promuovere il gioco del golf in Italia?

“Farei subito una cosa: mi prenderei più cura dei circoli. Anche organizzando eventi di questo tipo, che possano incuriosire chi di swing e putt non sa nulla”.

Leave A Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *