Golf nel 2018, le parole chiave

Tiger-zone Inutile nascondercelo: si tratta di Augusta e dintorni, con tutti gli annessi e connessi del Masters. Tigerone è di casa a Magnolia Lane: infortuni e acciacchi permettendo, il suo rientro in Georgia potrebbe segnare il più grande ritorno della storia sportiva. Tutto da gustare.

Wags Dicono che dietro ogni uomo di successo, ci sia una grande donna. Dietro ogni campione di golf, però, ultimamente ci sono soprattutto delle grandissime gnocche. Per dire, al netto di Paulina, la megafidanza di DJ, se non lo avete ancora fatto, in quest’inizio di anno nuovo gettate un occhio alle bonazze instagrammate accanto a Bruce Koepka (Jena Sims), Riccardino Fowler (Allison Stokke) e Daniel Berger (Victoria Slater): davvero il golf non è mai stato così pimpante.

BB56È il modello di putter targato Bettinardi al quale si è ufficialmente affidato il nostro Chiccuzzo nazionale. La rincorsa al team europeo della Ryder Cup 2018 dell’azzurro partirà da Torrey Pines il 25  gennaio: Francesco ha già dichiarato che non vede l’ora di ricominciare. Inutile aggiungere: noi con lui.

Self coaching “Swing your swing”, sosteneva Arnold Palmer. Cinquant’anni più tardi, dopo aver pensionato Chris Como, l’ennesimo allenatore, Tigerone ha detto che d’ora in poi sullo swing farà da sé. E sapete che c’è? C’è che potrebbe essere davvero un ottimo spunto: quello che da una parte ci riconsegna il Tiger-artista d’antàn e, dall’altra, naftalina il Tiger-scienziato degli ultimi anni.

Vertical Grooves Occhio che sta cambiando la faccia del golf. Nel vero senso della parola. Sul Champions Tour americano, gli over 50 si cominciano infatti ad affidare a driver con grooves verticali, anziché con le classiche righe orizzontali. Meno spin e dunque più yards dal tee e stesso controllo degli effetti: questo è ciò che i pro dichiarano a favore dell’innovazione. Sembra impossibile, allora forse è vero.

Bomberaggine dal tee La matematica non tradisce mai e ci consegna dei numeri interessanti. Dalle statistiche del Pga Tour scopriamo che draivare oltre le 300 yards di media si traduce in un vantaggio di quasi 4 colpi a torneo. Praticamente una buca in meno. Morale: oggi lo score pare essere diventato quella cosa che si ottiene non più per somma di colpi, ma per somma di yards.

Percorsi ecosostenibili Si tratta di strutture nuove e a basso costo, in aree degradate ma presto riqualificate. Il tutto all’insegna dell’ecosostenibilità. Sono le credenziali del progetto “50 Ryder Compact Biogolf”: obiettivo, la realizzazione di 50 strutture golfistiche “leggere” e quindi a basso costo, in contesti che parevano ormai persi. È la scommessa della Fig in vista della promozione per Roma 2022. 

Teaming, il golf si fa squadra Ok, si sa: il 2018 è l’anno della Ryder Cup di Parigi, ma non solo. Per esempio, sul circuito europeo, ad agosto, si disputa anche la prima edizione del’European Team golf Championship. Si gioca a Gleaneagles, uomini e donne insieme per ogni nazione. Ma soprattutto il golf sta diventando gioco di squadra anche a livello individuale (perdonate il gioco di parole): ogni campione è sempre più accerchiato da un team di esperti (coach, caddie, mental guru, preparatore atletico, fisioterapista, nutrizionista). Non è un caso se i pro iniziano a parlare al plurale (we, noi) nelle conferenze stampa, quando  discutono delle proprie performance.

Pete Cowen E’ il coach numero 1 in Europa. Allena stelle del firmamento golfistico come Enrichetto Stenson, Matteuccio Fitzpatrick, Lee Westwood, Danny Willett, Darren Clarke, Graeme Mc Dowell. Insomma, nel continente è l’uomo che sussurra allo swing dei campioni. Qualche settimana fa anche il nostro Renatino Paratore si è fatto vedere dalle sue parti, nello Yorkshire. La loro, potrebbe rivelarsi una collaborazione importante.

Kolby Wayne Se Pete Cowen sussurra allo swing in Europa, il delicato Kolby urla ai muscoli dei campioni negli States. Da lui sudano Giustino Thomas, Smylie Kaufman, Lexi Thompson, Bud Cauley e, udite, udite, da gennaio anche Michelle Wie. Collo, anca, caviglia: sono stati troppi infortuni che negli anni hanno limitato la carriera dell’americana, che finalmente ha deciso di mettersi in mano al mago dell’atleticità. Il 2018 potrebbe essere la sua stagione.

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