Guido Migliozzi, le donne mi fanno impazzire

Occhi color ghiaccio, fisico statuario, quel non so che nell’incedere che ricorda un attore di Hollywood a zonzo un sabato pomeriggio sulla Croisette di Cannes: ovvio che le ragazze impazziscano per Guido Migliozzi, uno dei giovani più promettenti del panorama del green azzurro. Meno scontato invece il fatto che sia –ahimè- proprio Guido, per primo, a impazzire per loro.

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“Però adesso sono sfidanzato –si affretta ad aggiungere al telefono- perché, ti dico la verità: voglio solo concentrarmi sulla mia carriera di golfista professionista”.

Ok, ma cosa c’entrano le donne col golf? “E’ che mi mandano al manicomio, letteralmente. Faccio fatica a star dietro a una ragazza, figuriamoci a una fidanzata. E poi sai che c’è? C’è che quella giusta non l’ho ancora trovata e molte di quelle che ho incontrato neppure si meritavano di esserlo”.

Certo è che se una cosa ti deve costare la pace interiore ancora prima dello swing, forse è troppo cara, Però, dall’alto dei suoi 21 anni, il vicentino Guido Migliozzi una cosa almeno ancora non la sa: non sa, per esempio, che là fuori, nel mondo, c’è già da qualche parte una ragazza perfetta per lui. E che la incontrerà, prima o poi, nel corso della sua vita e che, quando meno se lo aspetta, lei sbucherà fuori dal nulla, proprio come salta sul palcoscenico un coniglio che esce dal cilindro di un mago. E quando succederà, entrambi sapranno sin da subito che sono fatti l’uno per l’altra.

Potrebbe accadere oggi, domani, o magari il 21 settembre, quando al Golf della Montecchia si disputerà l’evento Women vs Men e Guido sarà costretto a giocarsi in un match play tiratissimo l’onore contro una proette.

“Però, sai che se alla Montecchia, il 21 settembre, la ragazza dovesse essere carina, non è che poi mi dispiacerebbe molto perdere? Cioè, sarei disposto a darle un putt anche di due metri alla 18. Però che almeno sia mora e con tutte le curve giuste, eh”.

E non hai neppure alcun problema a lasciarla giocare dai tee delle donne, come è previsto dal regolamento dell’evento? “Ma figurati! È giusto così! Lasciamo che le proette draivino dai loro tee, ci mancherebbe! Le ragazze non hanno la potenza di noi uomini e dopo il primo colpo noi professionisti avremmo un vantaggio assurdo su di loro”.

Quindi, dovessi perdere il 21 settembre nel tuo match del Women versus Men, non ti sentiresti ferito nell’orgoglio maschile? “Mah… Da sportivo sarei molto contento per la ragazza che ho di fronte; da maschio le chiederei subito la rivincita e magari non sul campo da golf…”.

E dove, per la precisione? “Facciamo davanti a una partita a briscola?” (ride NdR).

Ora: per chi non lo sapesse, Guido a briscola è un fenomeno. Lo sanno invece benissimo al Golf della Montecchia, dove il talentuoso 21enne è cresciuto sotto l’ala protettiva del coach Niccolò Bisazza.

“Mi sono formato su quei green –racconta- alla Montecchia c’è un ambiente giusto e poi i ragazzi del Club dei Giovani sono i più seguiti in Italia. Ma non solo: c’è una struttura che ti permette di allenarti dodici mesi all’anno, in campo col sole e pure dentro il Performance Center durante l’inverno sia per la rifinitura fisica e atletica con Filippo Zucchetti, che qualche volta mi segue anche durante le gare, sia per quella tecnica. Ed è lì che entra in ballo Nick”.

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Guido Migliozzi nel Performance Center, con il suo preparatore atletico Filippo Zucchetti

Il tuo coach? “Sì, è l’uomo che conosce meglio al mondo i numeri del Trackman e sa usare benissimo la tecnologia. Il che è fondamentale per i mio golf: mi permette di avere sotto controllo il gioco ogni settimana”.

Due vittorie e un secondo posto (la settimana scorsa a Lèon, in Spagna) su altrettanti tornei dell’Alps Tour disputati tra la fine del 2017 e l’inizio di questo 2018, Guido Migliozzi pare il padrone assoluto di questo circuito: “Mi sento a mio agio in quelle gare – spiega- e invece ho più difficoltà sul Challenge Tour, perché lì l’asticella è altissima e ogni errore ti cosa caro, rendendoti difficile il recupero. Per questo motivo devo migliorare sui green, per avere meno pressione sul gioco lungo dove ogni tanto svariono. Ecco: mi servirebbe un gioco…. noioso alla Molinari, anche se ovviamente so benissimo che il golf di Chicco è tutt’altro che noioso. Voglio dire: ho bisogno di più regolarità”.

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Cosa ruberesti a Francesco? “Proprio la sua incredibile regolarità nel giocare una gara: le statistiche dicono che fa pochissimi bogey, come per esempio a Carnoustie, per cui ogni birdie che marca è un vero colpo guadagnato. Io invece segno ancora troppi bogey e per questo faccio fatica a scendere molto sotto al par”.

Nel dubbio, a Lèon, Guido ha siglato uno splendido 62 nel secondo giro dell’Alps de Las Castillas, dove poi, il giorno successivo, ha chiuso al secondo posto.

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“Ovviamente non era il finale che speravo, ma va bene così. Adesso entro in un tunnel di sette gare di fila e tra queste c’è anche l’European Team Championship a Gleneagles, dove saranno in campo con noi anche delle proette”.

E dunque? “Beh, mi pare un’ottima occasione per iniziare a scaldarci”.

Per cosa, scusa? “Diciamo per il match del 21 settembre al Golf della Montecchia”.

Eh sì, diciamo….

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