Il futuro è un golf inclusivo

Nelle mie ultime due uscite golfistiche, ho avuto la fortuna di imbattermi in due realtà assolutamente innovative -e per questo sorprendenti- all’interno del quadro storicamente naftalinato del nostro green italiano.

Montecchia in Veneto e Tolcinasco in Lombardia mi hanno offerto entrambi uno spaccato diverso e moderno di come si possa e si debba oggi interpretare il mondo del golf.

Se solo fino a qualche anno fa, prima della crisi economica europea iniziata nel 2008, il nostro sport poteva ancora contare su un alone di esclusività per attirare nei propri cancelli nuovi giocatori e appassionati, oggi, quel vestito di riservatezza che il golf italiano si era cucito addosso ha finito col mostrare tutta la sua debolezza: in un mondo globale e globalizzato come quello odierno, non essere un fenomeno condivisibile e accessibile a molti se non a tutti, è sinonimo di morte lenta ma inesorabile.

Per questo motivo (e per molti altri, certamente), Montecchia e Tolcinasco hanno abbandonato l’idea di un golf esclusivo, per abbracciare invece quella vincente di un golf inclusivo.

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Che cosa significa? Significa che entrambi i circoli, pur se con vocazioni diverse –una più marcatamente sportiva come quella veneta e una più decisamente social come quella lombarda- stanno inventando un nuovo modello di club a cui guardare con attenzione.

In buona sostanza, l’idea è quella di proporsi non più solamente ai golfisti che varcano i cancelli del sodalizio, ma a chiunque cerchi un’esperienza sportiva e non: sulla falsariga dei “mall” statunitensi che negli anni passati hanno rivoluzionato il concetto di shopping, così Montecchia e Tolcinasco hanno sposato l’idea della concentrazione e della differenziazione dei servizi offerti all’interno dei propri confini.

Non più solo (tanto) golf da giocare, ma anche servizi complementari circa tutto ciò che può essere utile o necessario allo swingatore o a qualsiasi altro sportivo nel corso del suo week end di svago.

Si va perciò dalle presenze rassicuranti del fisioterapista, del nutrizionista e del preparatore atletico all’interno del modernissimo Performance Center della Montecchia, alla Spa, al coiffeur, alla tintoria e, perché no, persino alla salumeria presenti in club house a Tolcinasco.

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Il motore dietro tutto questo è la visione di un golfista, ma anche di un semplice appassionato di sport (magari di tennis o di nuoto), che entra nella “club house-mall” e vi trova, senza bisogno di uscire, tutto ciò di cui ha bisogno per soddisfare le sue esigenze sportive e non. Il socio o il tesserato può insomma trascorrere tranquillamente la sua lunga giornata dentro al circolo, dal mattino alla sera, dilungandosi nelle molteplici attività a latere del golf, che il sodalizio è capace di offrirgli: se da una parte Montecchia si è concentrata soprattutto sull’aspetto tecnico e fisico dello sportivo, dall’altra, Tolcinasco, vista la presenza importante dell’agglomerato immobiliare, si è speso in tutte quelle attività accessorie alla vita di tutti i giorni, non dimenticandosi però angoli ludici come la piscina, il calcetto o il tennis.

La club house diventa insomma non più il punto di incontro solo di golfisti, ma anche di chi col golf poco ci azzecca: il progetto insomma è che il green diventi piano, piano un punto di richiamo per tanti e non solo per swingatori appassionati.

 

 

 

 

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