Italian Open, si punta sui campioni e sul turismo internazionale

La scelta di Gardagolf come sede del prossimo Italian Open (31 maggio-3 giugno) riflette un obiettivo federale non solo logistico, con la ricca Lombardia che continua ad ospitare e a sponsorizzare il nostro massimo evento golfistico nazionale, ma anche e soprattutto turistico.

Una volta che il Golf Milano si era tirato indietro dalla corsa all’organizzazione del torneo, era stato infatti lo stesso Roberto Maroni, l’ex presidente della Regione, a indicare con parole di elogio il Garda come la zona ideale per ospitare la manifestazione: fine maggio rappresenta infatti il momento topico per il turismo del lago e per l’accoglienza golfistica che ne consegue.

“Per dire che importanza ha l’afflusso straniero dalle nostre parti – spiega Orlando Tradati, il presidente di Gardagolf – basta un solo dato: nel 2017 il nostro circolo ha incassato un milione di euro dai soli green fees. Circa 15mila visitatori hanno giocato infatti sui nostri green e di questi, circa il 70% era di lingua tedesca”.

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Se dunque la Road to Rome 2022 desidera imporsi anche e soprattutto come vettore turistico per il golf azzurro, era logico che la scelta di disputare l’Italian Open da parte della Fig cadesse su un sodalizio da sempre abituato a trattare con l’estero e ad attirare golfisti da ogni parte del mondo: “Da noi – continua Tradati -arrivano soprattutto tedeschi, è vero. E infatti non è un caso che da tempo vantiamo accordi con Air Dolomiti, e dunque con Lufthansa: tutti i golfisti che volano su quegli aerei hanno infatti diritto a una scontistica importante nel nostro club. Ultimamente, però, abbiamo notato anche una significativa presenza di giocatori provenienti dall’est Europa, soprattutto dalla Romania e dalla Bulgaria”.

Però ospitare un Open d’Italia significa innanzi tutto mettere a bilancio delle spese, nella speranza che l’investimento venga ripagato nel futuro in termini di visitatori… “E’ vero. Fortunatamente il percorso ha ricevuto subito il beneplacito dell’European Tour, che lo ha trovato in ordine e adatto a un evento del peso della Rolex Series. Ciononostante, dobbiamo comunque occuparci di rimodellare alcuni bunker, di preparare i green, di rifare la T-line in campo pratica, di assicurarci del personale in più e di risistemare il tutto alla fine del torneo. In pratica l’Open ci costerà 200mila euro, ai quali vanno aggiunti i 100mila euro di green fees che andranno persi. Però siamo certi che in termini di visibilità, godremo di ritorni non indifferenti. E ne siamo così sicuri che siamo pronti a bissare anche nel 2019”.

Da cosa le arriva tutto questo ottimismo? “Dalla consapevolezza che si tratta di un torneo da 7 milioni di dollari di montepremi e che dunque vanterà sicuramente un parterre importante. La data inoltre gioca a nostro favore, non solo in termini turistici, ma anche in quanto a field: la settimana prima dell’Open, si giocherà infatti a Wentworth il BMW Pga Championship e siamo certi che molti dei campioni presenti a Londra arriveranno anche sul Garda (Francesco Molinari e Tyrrell Hatton hanno già confermato la loro presenza NdR). E non scordiamoci che da noi saranno in ballo moltissimi punti validi per la Ryder Cup di fine settembre, un incentivo in più per venire a giocare sui nostri green”.

Intanto, in attesa del field, uno dei problemi più importanti da affrontare sembra essere quello dei parcheggi… “Esatto. Ci aspettiamo un afflusso di 10mila automobili al giorno, per cui stiamo identificando delle aree adatte dove poterle accogliere e dei tragitti percorribili per i bus e le navette, che si renderanno sicuramente necessari”.

Quanto pubblico vi aspettate? “Sperare di pareggiare o superare il record dei 70mila spettatori della passata edizione mi pare difficile, ma sono certo che se non ci riusciremo, ci finiremo comunque molto vicino”.

Ci saranno delle modifiche al tracciato? “Minime, per la verità. Generalmente da noi si gioca rispettivamente prima sulle nove buche rosse e poi su quelle bianche. Per l’Open, invece, la prima buca sarà la 1 del tracciato bianco e si continuerà così fino alla 9 compresa; a quel punto ci si sposterà alla 9 del rosso, il corto par 3, che diventerà la 10 del torneo, quindi si giocheranno le altre buche rosse in sequenza e si concluderà alla 18 che sarà quella che generalmente è il delicato e lungo par 4 della 8”.

E per quanto riguardo lo spazio commerciale? “Sarà allestito alla fine della seconda buca del torneo, la 2 del percorso bianco, un par 5 che per l’evento sarà trasformato in par 4. È lì che abbiamo identificato la zona più adatta”.

L’appuntamento dunque con l’Open d’Italia a Gardagolf è fissato per il 30 maggio, giorno della classica pro am inaugurale: l’ingresso sarà gratuito per i tesserati e per gli under 16 per tutta la durata del torneo. Tutto sommato, farci un salto vale davvero la pena.

(da Professione Golf Club, marzo 2018)

 

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