Le mille facce da bogey del golf italiano

Ci sono un sacco di cose di me che non sapete. Altre, molte per la verità, che non potete sapere. Altre ancora così segrete che non vorrei condividerle neppure con me stessa. Ma ce n’è una che voglio raccontarvi qui e adesso. Soprattutto mi piacerebbe poterlo fare con tutti quei ragazzini che sono già alle prese con le prime incazzature primaverili derivanti da risultati così, così nell’attività giovanile, nelle gare nazionali, o nei campionati italiani.

Ci risiamo, babies: la stagione è ripartita e con lei tutte le vostre ambizioni, i vostri sogni e le vostre aspettative.

Dunque: quando avevo la vostra età –un secolo fa più o meno- un sacco di gente mi ripeteva che “non avevo la testa” per fare risultati col golf.

Avevo sì talento, swing, attacco di palla, grinta, bla bla bla, ma mi mancava sempre questa fantomatica “testa”.

Ora: siccome tutto mi si può dire, ma non che io sia cretina, e siccome sono anche dotata di una curiosità extra large, incassavo il colpo in silenzio ma poi il desiderio di far meglio si faceva sentire prepotente e subito chiedevo a tutti questi soloni del green cosa cavolo significasse “avere testa” e cosa avrei dovuto fare per migliorare la mia.

Diamine: nessuno sapeva darmi indicazioni precise.

Tutti sapevano criticare, ma nessuno sapeva spiegare.

Tutti puntavano il dito ma nessuno sapeva indicare.

Tutti storcevano il naso, ma nessuno incoraggiava. E quando erano messi alle strette dal mio desiderio di capire, allora finiva che non solo non “avevo testa”, ma ero anche “strana, matta, selvaggia, una che prendeva per il culo il golf”.

Nel frattempo quella senza testa vinceva campionati nazionali e internazionali, giocava europei, mondiali, giochi del Mediterraneo e Vagliano Cup, Open di Francia e d’Italia.

Ma non bastava mai: per tutte quelle mille facce da bogey che ho incontrato nella mia strada ero e restavo quella senza testa.

Nel frattempo ho iniziato a lavorare, ho prodotto programmi televisivi, scritto libri, ho avuto fidanzati, sono andate alle feste, ho viaggiato, letto, studiato, imparato, riso, gioito, pianto, mi sono sposata, sono diventata madre, ho cresciuto un ragazzo meraviglioso che è il mio migliore biglietto da visita, sono diventata una donna adulta e indipendente, ho vinto un altro paio di campionati italiani e sono rimasta zero di handicap. Non ho mai fumato, bevuto né mi sono drogata. Ho vissuto esattamente come volevo vivere. Con uno sguardo aperto sul mondo, con curiosità e onestà e con un punto di vista sempre ben stampato in testa: il mio. Epperò per le facce da bogey sono ancora oggi una senza testa.

Chissenefrega.

 

E dunque eccovi servita la prima lezione, ragazzi: quando qualcuno vi dice che non siete capaci, che non ce la potete fare, ma allo stesso tempo tempo non è in grado di spiegarvi con semplicità e chiarezza la strada giusta da imboccare, occhio, siete davanti a una faccia da bogey. Attenzione: il golf italiano ne è pieno.

 

La seconda lezione? Per le facce da bogey, è sempre più facile catalogare che capire. Criticare che sforzarsi. Restare ancorati alle proprie insicurezze che dare sicurezza agli altri. Quindi non cagatele di pezza.

 

La terza lezione? Abbiate sempre un vostro punto di vista, un vostro pensiero. E non lasciateli mai naufragare pensando che siano ridicoli. Non lo sono mai. Sono ridicoli quelli che non si sforzano di capirli e di capirvi.

 

La quarta lezione? Non permettete a nessuno di porvi degli ostacoli sul cuore. Soprattutto non permettetelo a chi, con uno sguardo da sentinella su non si sa cosa, gli ostacoli li vede ovunque ci sia qualcuno che ha un pensiero critico in testa.

 

La quinta lezione? Amate quello che fate. Sempre. Alla faccia di tutti.

 

 

 

 

 

Comments

2 Comments
  1. posted by
    Sandro
    Mar 30, 2016 Reply

    we love you blonde!!! ♥
    Grazie per quello che scrivi, che ci fai vivere, dei sorrisi che ci strappi!!
    Il golf è un mondo migliore con te!

    • posted by
      Isabella Calogero
      Apr 1, 2016 Reply

      Ehi, grazie mille! Sono come la Nutella: che mondo sarebbe senza di me?…. ahahhahahahahhah

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