Less is more (anche nel golf)

Less is more -il meno è di più- è il mantra che recitano in coro prima di uscire di casa le fashioniste di tutto il mondo, quelle ragazze cioè che desiderano che il proprio quoziente glam sia sempre decisamente superiore alla media sciattona del globo.

In questo senso, il mio primo consiglio per tutte quelle che aspirano a essere delle it-girls, è il seguente: prima di trafelarvi al tramonto verso la raccolta differenziata in strada, con tonnellate di fetida immondizia in mano, non varcate mai l’uscio casalingo se prima non avete alleggerito il vostro look, se prima cioè non avete tolto quel qualcosa di troppo dal vostro tipico outfit serale.

Voglio dire: non sapendo chi potreste incontrare all’angolo, non dovete mai e poi mai abbassare la guardia.

Personalmente, intabarrata nel classico duo che non tradisce mai, quello formato da tuta e ciabatta, con un gesto plateale dall’inequivocabile richiamo modaiolo, rinuncio sempre alla pinza colorata appesa tra i capelli. Soprattutto se non è della stessa tonalità della tuta. Et voilà, sono e mi sento subito decisamente più glam.

Che dunque “less is more” sia il diktat numero 1 della moda, si sa. Ma che possa rivelarsi una filosofia adatta anche al golf, beh, questo tempo fa mi è suonato nuovo. Eppure è così. Me lo ha insegnato la Tecnica Alexander. Ora: che cos’è la T.A. è presto detto: è una disciplina che dovrebbe essere un must per tutti gli atleti in competizione, dal momento che insegna l’uso corretto del corpo al fine di esprimere il proprio massimo potenziale motorio. E come diavolo lo fa? Semplicemente togliendo, levando, sfrondando tutto ciò che non occorre allo scopo, in particolar modo concentrandosi su tutto ciò che non è sensato nel gesto atletico, ovvero sforbiciando quegli sprechi di energia dannosi all’equilibrio e al coordinamento. C’è infatti insita nel nostro quotidiano una tensione che fa parte del nostro rumore di fondo e di cui non ci rendiamo conto: la T.A. aiuta gli atleti a riconoscerla e a diventare più consapevoli del proprio corpo.

Un esempio? Nel mio caso, nel backswing, più che una golfista, sembro un sollevatore di pesi. Compio un tale sforzo per alzare il bastone, che mi chiedo come sia possibile che all’apice dello swing non abbia mai esploso un peto clamoroso come quegli energumeni che sollevano quintali e quintali di manubri.

La Tecnica Alexander mi ha reso cosciente di questa problematica e mi sta insegnando finalmente a fare quello che credevo di fare: a sollevare cioè un ferro utilizzando una dose di energia proporzionata al peso di un bastone.

La T.A. è dunque un levare per aggiungere, un fare meno per ottenere di più: less is more anche nel golf. E anche nella vita.

Credetemi.

 

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