Lowry, quando il campione si fa Uomo

Prima il successo in campo, domenica pomeriggio al Royal Portrush, e poi, subito dopo, in serata, quello mediatico: i video che ritraggono Shane Lowry festeggiare nei pub nordirlandesi con la Claret Jug in una mano e un boccale di birra nell’altra, sono divenuti letteralmente virali in men che non si dica. Milioni di fan lo hanno adorato, altrettanti milioni lo hanno scoperto e immediatamente amato.

Nella storia del golf, mai un professionista, men che meno un Champion of the Year come Lowry, si era spinto tanto in là, mostrando il vero sé così pubblicamente: da che esistono i social e il mondo è a portata di clic, mai si erano postate immagini dei festeggiamenti privati di Rory McIlroy, o di Tiger Woods, o di Brooks Koepka o di Dustin Johnson.

Il sipario calava sul super campione con la coppa in mano sul green della 18 e quello che accadeva dopo il solito, trito e ritrito discorso di ringraziamento restavano sempre e solo fatti suoi: l’importante era lasciare negli occhi del pubblico un’allure di perfetta e brillante compostezza anche nel momento del trionfo.

Assecondando di fatto i tempi narcisi e farlocchi nei quali viviamo, l’input che arrivava dai manager ai campioni era quello di restare imperituri dentro una bolla di bellezza che non prevedesse un benché minimo difetto di regia.

Epperò poi (fortunatamente) arriva Shane e tutto cambia: l’irlandese si mostra a tutto il mondo così umano che più umano non si può. Lascia la deità dell’essere il campione dell’Open Championship fuori dalla porta del pub, e si fa carne. E facendosi carne, si fa uno di noi.

Ora: ci sono cose che non smetteresti mai di guardare, che attirano il tuo sguardo e non lo lasciano andare. E mentre cerchi di capire il perché di tanto fascino, scopri solo dopo, ripensandoci, che le guardavi perché le amavi. Ecco: il mondo intero ha amato l’uomo Shane; i manager, più probabilmente, il campione Shane. Questione di punti di vista. Una cosa però resta indiscutibile: le persone dimenticano ciò che dici o pensi, ma non dimenticano come le hai fatte sentire. Gioiose, nel caso di Shane Lowry.

Grazie Shane: uno come te ci era mancato dannatamente.

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