Lui, golf e dopamina

Alzi la mano chi di noi donne non è già passata attraverso le forche caudine di un rapporto sentimentale disfunzionale.

Uno di quelli in cui invii un messaggio di buonanotte via whatsapp a quello che ti piace pensare essere il tuo Lui (e che invece sai benissimo essere uno str@@zo assolutamente incapace di amarti come meriteresti) e:

  • due minuti di doppia spunta blu senza risposta e ti senti abbandonata come una moderna Lara cenciosa nella steppa siberiana del dottor Zivago;
  • tre minuti e stai già prenotando un volo charter per Lourdes con ampia dotazione di ceri mistici da accendere alla Madonna;
  • Dieci minuti in cui Lui è sempre stato “online”, e la certezza che abbia depennato per sempre il tuo nome dalla rubrica del suo cellulare è granitica come la chiappa di Belen.

Naturalmente, manco a dirlo, l’esperienza insegna che la terza opzione non sbaglia mai, manco fosse uno di quei teoremi geometrici arrivato dai tempi dell’antica Grecia fino a noi.

La risposta che attendi infatti non arriva e non arriverà mai, ma tu, all’undicesimo minuto del suo “online” silenzioso, sei già preda di una depressione post atomica più depressa dai tempi della depressione del ’29.

Ora: sappiamo tutte benissimo che la vita non è una favola. Lo sappiamo benissimo a prescindere da ciò che raccontava la mamma la sera, accanto al nostro letto, per farci prendere sonno. E sappiamo pure benissimo che del principe azzurro che ci amerà indefessamente per il resto dei suoi giorni non v’è traccia nel mondo. Eppure, mentre in ansiosa attesa della di Lui risposta via whatsapp ci ripetiamo queste parole a mò di mantra ieratico, già ci pare di vedere i nostri buoni propositi di indipendenza, lucidità, “buddhità” e “adultità”, volare furi dalla finestra come pupazzetti senza senso.

Morale: le peggiori angherie sentimentali sono spesso quelle che infliggiamo inutilmente a noi stesse.

Questa la brutta notizia.

La buona è che non solo non è colpa nostra. Nossignore. Ma anche che da questa labirintica manipolazione sentimental/amorosa a cui ci sottoponiamo in buona coscienza e di nostra spontanea volontà, possiamo sempre uscirne. Magari anche solo giocando a golf.

Sissignore: perché il tipo in questione sarà pure il bastardo che ci impegnavamo a negarci che fosse, ma la dopamina che ci siamo sparate in vena in sua compagnia non è meno bastarda del nostro Lui.

Ora: per chi non lo sapesse, la dopamina è l’ormone prodotto dal piacere. Una volta che il nostro cervello (anzi, la parte rettiliana del cervello, quella deputata agli istinti) l’assaggia, non può più farne a meno. Ne diviene così “addicted” che riesce persino a convincere la neocorteccia celebrale, ovvero il nostro cervello razionale, di non poter più vivere senza. E siccome la verità è che in compagnia dello str@@zo ci siamo sempre annaffiate con flute di dopamina manco fosse champagne la sera di Capodanno, ecco qui che la dipendenza sentimentale è bella che servita su un vassoio d’argento.

Risultato: a causa dei nostri ormoni ballerini e del nostro cervello poco razionale, siamo diventate le schiave Isaura del nostro Lui.

Come uscirne, dunque, visto che siamo come pazze drogate in attesa della botta quotidiana di dopamina?

Beh, con il golf, per esempio.

Proviamo a sostituire il Lui con qualche swing e qualche putt. Il benessere psico-fisico che deriva da 9 buche e la dopamina che entra in circolo una volta in fairway potrebbero farci dimenticare almeno per un paio d’ore l’ultimo messaggio via whatsapp al quale non ha ancora risposto (e al quale probabilmente non risponderà mai).

Nove buche, poi, un paio di volte alla settimana, tonificano i muscoli e fanno bruciare calorie: alla fine del mese, potremmo ritrovarci più magre, più sode e con un bel colorito in viso, con conseguenti litri di dopamina e ossitocina (l’ormone del buonumore) sguinzagliati nelle nostre vene. E se tutto questo ancora non bastasse a farci sentire meglio e lo sbrocco comunque incombesse, allora potremmo sempre fare come la moglie di Tiger: una bella picconata di ferro 9 sulla carrozzeria dell’auto nuova del nostro Lui. Perché siccome non è vero che ci si abitua a tutto nella vita, ma semplicemente si rinuncia a cambiare le cose, ecco, cominciamo a far cambiare automobile a Lui, che tanto a noi pensiamo dopo.

 

Comments

3 Comments
  1. posted by
    Luisa Pepe
    Oct 12, 2016 Reply

    Sei come lo zucchero per il cervello: insostitubile e portatrice sana di benessere. Ti adoro BB Luisa

    • posted by
      Isabella Calogero
      Oct 13, 2016 Reply

      Wow! Grazie!

  2. posted by
    Francesca
    Oct 13, 2016 Reply

    Come sempre, sei insuperabileh

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