Ma ci piace davvero il golf del futuro?

Pensavo di essere io, ma no, fortunatamente no. Non sono solo io.

A giudicare dai dati dell’audience televisiva riservata all’ultimo giro del Pga Championship, infatti, il mondo del golf è pieno zeppo di swingatori neurolabili che la pensano esattamente come me.

Per dire: le 18 buche finali della domenica di Bellerive hanno segnato un incredibile +69% per quanto riguarda i ratings della CBS rispetto agli stessi dell’edizione del torneo della stagione precedente.

La differenza sostanziale tra il Pga del 2017 e quello del 2018 è -inutile a dirsi- la presenza massiccia di un Tiger Woods in contention fino all’ultimo putt.

Quest’anno ha vinto con bicipite da martellatore Brooks Delicatessen Koepka; l’anno passato aveva trionfato con uno scatto di reni il fuscello Justin Thomas.

Quest’anno, soprattutto, abbiamo avuto la fortuna di assistere a un Tiger capace di estrarre quegli 8 diversi conigli (birdie) dal cilindro da mago indossato lungo il suo giro finale, i quali in più occasioni hanno spezzato la monotonia del golf moderno di Brooks.

Ora: non vi è dubbio che il ritorno del personaggio Woods in dosi così massicce abbia alzato -e di parecchio- l’interesse morboso dei golfisti e pure dei non golfisti circa le vicende sportive che andavano in scena in quel di Bellerive.

Ovvio. Ma non vi devono essere altrettanti dubbi circa il fatto che il gioco tutto inventiva e fantasia dell’ex numero 1 del mondo abbia entusiasmato –e non poco- noi guardoni malati delle cose del green, lasciandoci alla fine con un dubbio amletico in testa: questo golf dal tocco di preconfezionata e convenzionale modernità, questo golf tutto bicipiti e violenza, questo golf che ha imboccato la direzione del centro fairway piombando dall’alto di distanze siderali, ecco, questo golf moderno ci piace veramente?

 

Voglio dire: preferiamo la massa muscolare di Koepka o di DJ, o di Rahmbo Rahm, capace di riportare sempre la pallina in pista per poi aggredire le aste coi wedge come se non ci fosse un domani, o forse preferiamo l’irregolarità funzionale alla fantasia e al tocco di Tiger e di Filippone Mickelson?

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Personalmente, non ho incertezze. Mejo la seconda opzione.

È solo che ho la sensazione che lo sviluppo tecnologico dell’attrezzatura, unito allo sviluppo delle masse muscolari dei giocatori porterà sempre di più a un golf dalle traiettorie quasi perfette, in cui le mazzate inaudite saranno propedeutiche solo a dei putt per il birdie dalla corta distanza, ma non allo spettacolo.

In parole povere, questi mostri sacri da 330 yard dal tee stanno ridimensionando il gioco del golf nel gioco del minigolf. Ma, siccome come recita un proverbio latino, tutto ciò che all’inizio pare un vantaggio, alla lunga diventa un debito, temo che tutta questa bomberaggine finirà con l’annoiare il pubblico e disamorare gli appassionati. Ma forse sono io che, vista l’anagrafe, sono fuori tempo massimo per riuscire veramente ad apprezzare ciò che il futuro porta in dote.

Comments

1 Comment
  1. posted by
    DStipcovich
    Aug 14, 2018 Reply

    Scusa, ma la massa muscolare di Tiger dove la metti?
    E’ stato proprio lui il primo a dare il là a questi giocatori che hanno la cura maniacale dei muscoli per avere più potenza a discapito della fantasia.
    Comunque se posso dire la mia, bombardieri tutta la vita, è molto più spettacolare per il pubblico.
    Nello sci è uguale, basta guardare i fisici che avevano Stenmark, Thoeni e quelli di adesso, Hirscher o Svindal.

    FullgasFullgasFullgas

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