Nino Bertasio, quando il matrimonio ti fa leggero

Dicono che i primi venticinque anni di matrimonio siano i più duri, ma che dopo sia tutto in discesa.

Nino Bertasio, invece, pare essere la classica eccezione che conferma la regola: reduce dal matrimonio con Laura celebrato il 31 agosto, il ragazzo di Gardagolf ha impiegato solo otto giorni per trovare la quadra della nuova vita coniugale. E, insieme a quella, pure quella del suo gioco vellutato.

Otto sotto al par dopo i primi tre giri dell’Omega European Masters di Crans, il biondo Nino ha marcato un 65 di giornata che mancava alla sua media score dal China Open di fine aprile: “Ho giocato bene –racconta al termine del round- ho preso 18 green e i ferri sono stati assolutamente perfetti. Sono stato invece meno impeccabile sui green, ma va bene così se solo penso a come mi sentivo lunedì”.

E, scusa, come ti sentivi? “Totalmente arrugginito. Avevo smesso di giocare appena finito il torneo di Praga chiuso il 26 agosto e poi mi sono dedicato al matrimonio del 31. Sono arrivato a Crans lunedì e in campo pratica non sentivo nulla, difatti i primi due giri ho fatto una fatica tremenda, ma per fortuna ho pattato benissimo. Oggi invece ho ritrovato appieno il mio ritmo”.

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Insomma, il matrimonio pare averti messo leggerezza… “In qualche modo, sì. Per dire, a Praga volevo assolutamente giocare una bella gara prima di sposarmi, ma ovviamente questo non è mai il miglior atteggiamento da tenere se si desidera essere performanti. Mi ero messo troppa pressione addosso. Invece qui a Crans mi sono sentito tranquillo, con poche emozioni in campo”.

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E infatti ti ho visto fumare poco in gara… “Ahahahah, ma le sigarette le tiro fuori solo quando mi annoio, soprattutto quando il gioco si fa lento e magari siamo in tre in partita. Oggi non so quante ne ho fumate, sinceramente (ve lo dico io: una sola sigaretta, alla buca dieci NdR), e poi con Beef la partita andava via svelta”.

Forse sono state anche le recenti vittorie di Francesco Molinari e di Andrea Pavan a darti una carica ulteriore? “Mah… Chicco è un top player da almeno dieci anni e Andrea è sempre stato un vincente: sul Challenge ha fatto fuoco e fiamme. Per cui, a dire la verita’, non mi sono stupito più di tanto dei loro successi. E poi, quello che fanno loro non può cambiare il mio gioco: io devo restare nel mio, guardare solo a me stesso invece di gettare troppi sguardi intorno”.

E infatti, dopo i tre putt inaspettati al par 5 della 15, il birdie mancato alla 16 e i tre putt della 17 –  momenti complicati in cui forse una sigarettina spezzatensione ci sarebbe stata come il cacio sugli spaghetti- Nino è andato avanti a testa bassa. Ma evidentemente deve essere proprio uno esperto quando si tratta di dimenticare gli errori, se è vero come è vero che ha reagito col birdie finale della 18, dimostrando una volta di più che non esistono i più o i meno bravi a dimenticare. Nossignore. Perché dimenticare è una lunghezza: si tratta di metri da fare nei quali vince sempre il più veloce a camminare. Nel caso di Nino, pochi secondi, tra il green della 17 e il tee della 18.

Nel frattempo, mentre parliamo, a Crans la giornata va avanti col leaderboard che è tutto un saliscendi: i birdie e i bogey si alternano rapidi su un percorso duro e delicato dove i rimbalzi sono incontrollabili come le finte di Ronaldo: domani, domenica, sarà un altro giorno in cui Nino sa che dovrà ricominciare daccapo. Ma dal 31 agosto ricomincia col sorriso di Laura al fianco e, ragazzi, è tutto un bell’andare.

 

 

 

 

 

 

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