Pga Championship: il pagellone del torneo

10 e lodissima – TIGER WOODS. Maestoso.

Un antico proverbio cinese recita: “ogni sorriso ti rende più giovane di un giorno”. Ora: non so se lo avete notato, ma da quando è tornata a giocare sul Tour, la Tigre non ha mai smesso di sorridere. Morale: al netto dei capelli diradati, domenica sera il Fenomeno pareva di nuovo quel pifferaio magico che sapeva come incantare le palline. Un’emozione senza tempo.

10 – BROOKS KOEPKA. Devastante.

Tutti a parlare della velocità spaventosa della sua testa del bastone. Nessuno però che nota quanto il delicato Brooks sia più veloce in un’altra cosa ancora: nella capacità di dimenticare gli errori. Voglio dire: non esistono i più bravi o i meno bravi a scordare. Dimenticare è solo una lunghezza: si tratta di metri da percorrere ed è solo una strada dove vincono i più veloci. Koepka, in questo caso.

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5 – RICKIE FOWLER. Timido.

Da certe situazioni di grande pressione si esce solo con uno sforzo di coraggio. Per ora, però, Riccardino preferisce uscirne con una stretta di mano: quella che ogni volta tributa all’amico di turno che vince il torneo al posto suo. Ora: sta a lui decidere se passare agli annali golfistici come un solido major winner, o come il più grande abbracciatore di amici della storia. A oggi, purtroppo, è solo uno che si ritira dalla lotta (è stato l’unico dei top 12 a girare sopra il par del campo nel quarto giro…. NdR).

4 – RORY MCILROY. Evanescente.

Solo per dirvi che al Pga Championship c’era pure lui. Nessuno se ne sarebbe accorto, se non ci fosse stato –che sfiga!- quel teetime di giovedì e venerdì insieme a Tiger. Mah…

10 e lodissima – TIGER WOODS. Immortale.

Scusate, ma la Tigre si merita il bis. Dunque: se la maggior parte di noi vive non per impressionare il mondo, ma per cercare di vivere la propria vita a modo suo, Tigerone la vive a modo suo e quel modo impressiona il mondo. E ci riesce qualsiasi cosa faccia. Vi chiedo, raga: è normale?

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10 – CHICCUZZO NOSTRO. Impeccabile.

Voglio dire: siamo una Repubblica fondata su Bruno Cortona, il personaggio di Vittorio Gassman nel Sorpasso. E Francesco affonda le sue radici in questo Paese. Eppure è riuscito a prenderne il meglio: la capacità di sorpassare se stesso e gli altri senza trucchi e senza inganni. Col lavoro, la serietà e l’onestà. Si può fare, evidentemente, anche se sei cresciuto arrotando gli spaghetti intorno alla forchetta.

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8 – ADAMELLO SCOTT. Serio.

Dicono che l’unica cosa che conta in questa valle di lacrime sia restare fedeli a se stessi. E l’australiano, oltre che a se stesso, resta fedele negli anni al suo scopettone. Ma pure al suo stile impeccabile. E al suo swing classico. E alla sua figaggine. Una sua vittoria sarebbe stata una storia bellissima da raccontare: peccato per quei putt finali. Ah già, Scott resta fedele anche al putt sbordato. Mannaggia.

5 – BROOKS KOEPKA. Eh sì.

Bravo, bravissimo per aver centrato il terzo Major in carriera e il secondo dell’anno, per carità. Ma così facendo, con quei due birdie in dirittura di arrivo,  ha rubato a tutti la favola di Tiger Woods di nuovo sul trono. Ed è un po’ come rubare la favola di Babbo Natale ai bambini: non si fa, dai.

5 – IL GOLF DEL FUTURO. Noioso.

Premetto: probabilmente sono io che sono fuori tempo massimo. Ma ve lo confesso: a me questo golf tutto bicipiti e mazzate, non piace proprio. Ma purtroppo le condizioni del percorso di Bellerive (morbido e bagnato) e i suoi dogleg da tagliare che tanto la palla non scappava dalle traiettorie, questo hanno privilegiato. Al netto della prestazione di Tiger, mi domando se questo Pga pareva un Major. A me no.

Comments

2 Comments
  1. posted by
    Francesco
    Aug 13, 2018 Reply

    Ottima analisi! Ormai siamo di fronte ad un bivio: cambiare i percorsi e rendere il Golf aperto anche all’estro ed agli artisti oppure lasciare tutto così e prepararsi a vedere sempre più muscolosi e giganteschi giocatori?

  2. posted by
    Francesco
    Aug 13, 2018 Reply

    Sei un po’ di parte….facciamo 9 a Francesco, per il resto condivido tutto.

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