Pga Championship: perché Rory è l’uomo da battere

Non so se ve ne siete accorti, ma oggi inizia il quarto e ultimo major di stagione: il Pga Championship, che si disputa sul fantasmagorico percorso del miglio verde a Quail Hollow.

Spero non me ne vogliate, ma, tentando un raffronto spericolato, tra i quattro titoli del Grande Slam a disposizione, quello del Pga rappresenta ciò che tra gli obelischi egizi è l’Ago di Cleopatra (anche se nulla ha a che vedere con la regina): si trova a New York, a Central Park, e praticamente nessuno dei passanti se lo fila di striscio.

Voglio dire: al netto dei players impegnati nel torneo, da noi il Pga Championship ha lo stesso fascino di Caterina Parr, sesta e ultima moglie di Enrico VIII, che se non fosse che è sopravvissuta a quel marito, non sarebbe neppure finita sui libri di scuola. E infatti, per non smentirsi, il Pga Championship 2017 fino a oggi è ricordato solo per essere il primo major in cui ai giocatori è stato permesso di effettuare i giri di prova del campo con i bermuda. Un po’ pochino, mi pare, ma tanto è bastato agli americani per gridare alla svolta storica. Nel frattempo, nel tentativo di ammantare di un velo di glitter il major più moscio che esiste, quegli stessi americani hanno deciso che dal 2019 il Pga si disputerà a maggio, creando di fatto un gran casino nei calendari dei vari tour sparsi per il mondo.

Comunque sia, il Pga Championship inizia oggi con un favorito d’obbligo: Rory McRory. Il perché è presto spiegato dalle cifre:

-sul percorso di Quail Hollow il nordirlandese ha stabilito il record del campo con 61 colpi;

– lì ha inoltre la miglior media score (su un minimo di 12 giri) con 69,5. Lo seguono Lefty Mickelson con 70.2 e Riccardino Fowler con 70,5;

– su quel campo, Rory vanta inoltre una media score nei par 5 di 4,37, la migliore di ogni giocatore che abbia effettuato lì almeno 10 rounds;

– infine, il n.4 del mondo arriva da quattro giri al Bridgestone sotto il 70 colpi ed è la prima volta che gli succede dal South African Open di gennaio.

Altri numeri interessanti al netto del ricciolone? Beh, per dire, Charley Hoffman, negli ultimi 6 tornei, si è piazzato 8°, 3°, 39°, 20°, 2° e 3°: una buona marcia, direi.

Bruce Delicatessen Koepka vanta 9 top 15 nei major a partire dallo Us Open 2014: il migliore di tutti.

Hideki Nippo Matsuyama arriva dal 61 a Firestone: prima di lui c’erano riusciti solo Tiger, Olazabal e Sergio Garcia: tanta roba.

Infine, cinque degli ultimi vincitori a Quail Hollow, dove storicamente il Pga Tour disputa il Wells Fargo Championship, si sono piazzati o primi o secondi nella speciale classifica degli Strokes Gained dal Tee: insomma, il percorso pare essere terra di conquista per i grandi draivatori e Rory lo è.

E con questo passo e chiudo.

 

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