Ryder Cup, il pagellone della prima giornata

10 a Chiccuzzo e Tommasino Fleetwood. Prima hanno schiantato Tiger e Patrizione Reed, poi hanno cucinato Giordanello e Justin Thomas. Dopo quattro scalpi del genere, sono diventati una coppia di fatto, inseparabili come il tweed e Chanel. E hanno pure mostrato un insolito entusiasmo agonistico, che per alcuni sarà pure volgare, ma che –diciamocelo- aiuta a fare le cose migliori.

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9 a Ian Poulter. Con quello sguardo da Psycho che si ritrova in Ryder, ha ringalluzzito pure quel morto di Rory McRory (voto 5). Ian è la testimonianza vivente che qualche volta, e l’evento di Parigi è una di quelle, un difetto può diventare un pregio assoluto e lui, infatti, con l’occhio a bombazza da pazzo, ha portato la pagnotta a casa pure col cadavere di McIlroy sulle spalle.

5 a Phil Mickelson. Imbolsito, mani in tasca nel giubbotto e pantalone sformato, pareva un pensionato ipnotizzato davanti ai cantieri. 192simo nella driving accuracy del Pga Tour, l’hanno uscito in foursome a sorpresa, mettendolo in evidente difficoltà. Si consola con i 46 match giocati in Ryder, recordman della coppa alla pari insieme a Nick Faldo.

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5 a Bryson Dechambeau. Uno dei pochissimi senza uno straccio di donna al seguito. Ma se passi le notti a studiare le pendenze col compasso, è il minimo che ti possa accadere.

6 a Dustin Johnson. Ha falciato più putt lui dalla corta distanza che un falegname del Wyoming. Si consola però col ritorno di quella figah stellare di Paulina al suo fianco dopo un periodo di crisi.

8 a Thomas Bjorn. Buona la strategia. Ha buttato in campo gli esordienti più mosci (Olesen e Hatton) nelle 4 palle mattutine, per far rodare poi i motori alle tre wild card (Garcia, Stenson e Poulter) nella pressione dei foursome pomeridiani, scommettendo sulla solidità tecnica e mentale di Noren. Tutti in campo sin dal primo giorno, da domani non ci saranno più rookie che tengano.

10 ai successi di Francesco Molinari. Perché di fronte a tanti che in Italia in questi ultimissimi giorni sventolano bandiere di vittoria dai balconi, nonostante previsioni incerte quando non oscure sul futuro, ecco, di fronte a queste visioni qui, i risultati concreti del Chiccuzzo nazionale sono una boccata di realistico ossigeno.

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7 al girospalla della maglietta di Justin Rose. Quello che lui si infila sotto l’ascella sinistra per tenere il putter più in connessione col corpo. Da domani, mi raccomando, tutti a provarlo anche nelle garette da neurolabili del weekend.

7 a Jim Furyk. Che ha regalato una vacanza premio alla Ryder di Parigi al suo caddie Fluffy, il baffone che ha fatto la storia del Pga Tour, prima sulla sacca di Tiger e poi su quella di capitan Jim. Ecco, questa si chiama riconoscenza, quella vera, da vero signore qual è Furyk.

9 a tutti quelli che mi hanno scritto da Parigi dicendomi che mancavo io. Avete ragione. E infatti l’avevo fatto presente a Thomas Bjorn, ma lui ha preferito portare Sergio. Peggio per lui.

7 a Ryder Cup Europe. Che –dicono alcune fonti pesanti direttamente da Parigi- abbia messo a disposizione 10mila dollari per la mise da gala di ogni signora del team presente alla cena di Versailles. Evidentemente -e non solo da noi- la povertà è davvero stata abolita ovunque…..

 

 

 

Comments

1 Comment
  1. posted by
    Fernando Scardamaglia
    Sep 28, 2018 Reply

    Isabella! Come al solito sei geniale!

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